Penelope è partita, Penelope è tornata
Come stavo dicendo ad un amico ieri sera, a noi britannici viene instillato insieme al latte materno (o in polvere, fa lo stesso, io sono venuta su con il secondo) che la vanteria personale è una vergogna alquanto più grave dello scippo con aggressione a nonnine disabili che vivono con la pensione del gatto. E' quindi con una certa difficoltà che scrivo che sono molto contenta perché ieri ho vinto il terzo premio in un concorso per racconti brevi. Ma siccome questo è il mio blog e voi siete i miei amici, echecavolo, lo faccio!
Il tema del concorso, dell'Auser, era "Penelope è partita", storie di donne e migrazione. Dal momento che vengo da una lunga serie di donne emigrate, ho pensato che qualcosa potevo anche dirlo, così ho scritto questo racconto.
Scriverlo significava andare a ripescare momenti di grande dolore, anche non raccontati, e dopo ho dovuto andare a farmi una lunga passeggiata nel bosco da sola come decompressione. Cercare le voci di mia nonna e mia madre, la mia e di mia figlia non è stato facile ma dopo il dolore è arrivato il sole. Non credo che il risultato valga molto, ma il processo sì.
Alla premiazione hanno fatto delle rappresentazioni "teatrali" dei racconti premiati, e credo sia stata una delle esperienze più forti della mia vita sentire delle bravissime attrici "essere" mia nonna (lì mi sono messa a piangere, grave pericolo di imbarazzanti e poco britannici singhiozzi), mia madre (proprio lei, quarant'anni fa), io (surreale) e mia figlia (stupenda attrice, i miei figli più grandi che erano con me si sono messi a ridere di pancia dicendo "ma è proprio lei!!"). Il premio è stato un grande onore, ma quella rappresentazione è stato il premio più grande.
La cosa in sè è stata più che altro sorprendente, del tipo "siete sicuri che intendete me? Non è che vi confondete con qualcun'altro?" - soprattutto per la qualità e l'intensità di tanti dei racconti. Una selezione sarà messa sul loro sito, e ve la segnalarò appena è pronta, perché da questo concorso è venuta fuori una serie di voci e di esperienze profonde e profondamente toccanti, assolutamente da ascoltare. Due cento persone che cercano il fazzoletto durante il racconto della giovane signora che ha visto cose inguardabili in Sierra Leone. Mi sono vergognata.
Bellissima e molto apprezzata la solida e sensibilissima partecipazione di uomini (per più di un terzo dei racconti, anche loro tra i premiati).
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