Wednesday, May 02, 2007

Grattacapo

Giornate interessanti dall’osservatorio della Celta sperduta in Padania, e più largamente in Italia. Qui dalla sicurezza della mia torre d’avorio-non-abbiente-diritto-al-voto-politico, guardo con curiosità e leggera perplessità le polemiche per il nuovo partito unico a sinistra (e conseguentemente a destra, ma di quella se ne parla da tempo).

Le cifre (di Ipr Marketing)dicono:
- 59% dell’elettorato vorrebbe vedere la destra e la sinistra aggregati in maniera moderna in due grossi schieramenti
- 31% decisamente no
- 10% dice BOH
Leggermente più voluta la cosa a sinistra (67%) che a destra (62%) ma comunque una maggioranza chiara.

“Stranamente” i partitini tra quelli più riluttanti ad aggregarsi e trovare intese per portare avanti una sinistra o una destra di “larghe intese” (tipo quelle che riescono a governare per l’intero mandato senza cadere al primo singhiozzo voluto da qualche partitino che ha portato a casa quattro bricciole e due deputati, la non-scelta di oltre 95% dei votanti?).

Sono in momenti come questo che mi gratto il capo e mi trovo “diversa”, “straniera”. Vengo da un paese dove due schieramenti forti (che comunque subiscono forti battaglie interne dalle varie correnti) - con la pressione di una comunque non negligente centro che li ricorda di non vagare troppo “in là” e i “buffer zones” di pochi estremisti che li contengono nei confini del realmente praticabile - e mi trovo in difficoltà a capire come mai ancora tante gente (un terzo pare) rifiuta ciò che sembra essere la possibilità di una stabilità politica, lasciandola in pasto alle piccole minoranze che spesso sono espressioni di esaltazione personale e culto della personalità più che utile convinzione politica.

Più guardo l’attuale sistema italiano (da tutte le parti) più mi viene in mente l’immagine del nido colmo di uccellini tutti con il becco aperto e la povera madre straziata che cerca di accontentare tutti e non accontenta nessuno. E più mi sento immersa in una cultura così vicina e così lontana.
È necessario trovare la soluzione politica al problema che quasi tutti i governi della Repubblica sono finiti a faccia in giù nel fango, e fare che diventi soltanto un brutto ricordo.
Mi sa che più si scalda la situazione, più dovrò mettere da parte il binocolo per il telescopio.
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Interesting days here for the Celt lost in Padania (and more generally Italy). From the safety distance afforded by my ivory-I-haven't-got-the-vote-so-don't-blame-me tower I observe with curiosity and a little perplexity the controversial debates surrounding the possible birth of a new single party on the Italian left (and consequently on the right too, but the idea's been going around for a while).
The figures (from IPR Marketing) say:
- 59% of the electorate would like to see the right and the left grouped in two big modern parties
- 31% do not want this at all
- 10% says HUH?
There is a little more enthusiasm on the left (67%) than on the right (62%) but there is however a clear majority in favour on both political sides of the fence.
"Funnily enough" the small parties are somewhat more recalcitrant on this issue and do not favour a single strong left or right party (like the kind that for example manage to govern for their entire mandate and don't fall at the first little hiccup on the part of a small party that won the booby prize, a couple of MPs, and despite NOT being chosen by over 90% of voters, manages to hold the country to ransom).
These are the moments when I stand scratching my head and feel "different", "foreign". I come from a country where there are two strong parties (inside which various currents fight hefty battles) - which are flanked by a respectable centre party reminding them not to stray too far off in any direction, and the tiny extremist parties, which keep them on the straight and "politically practicable" narrow. I find it so hard to understand how so many people (almost one third apparently) still refuse this possibility of political stability realised in a nation, preferring to leave the country at the mercy of small parties which often have more to do with personalities than politics.
The party programme and its potential leaders are another question: the important thing is to find a political solution to the endemic instability and incredibly costly (in every sense) continual biting of the proverbial dust by government after goverment. The point is this: objectively the system doesn't work.
The more I observe the present Italian political system, the more the image comes to mind of a nest full of famished little beaks and the mother bird doing herself in trying to satisfy everyone and satisfying no one. The more I get that feeling of "so near so far".
As the situation heats up I think I'm going to have to trade in the binoculars for a telescope.

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8 Comments:

At 5:54 PM , Blogger Morgan said...

non cambierà nulla, i nomi sono sempre gli stessi. Questo è il punto.

 
At 7:16 PM , Blogger Bhuidhe said...

Già. Hai ragione.

 
At 10:00 PM , Anonymous Anonymous said...

Eppure la situazione è semplice, se abbandoni per un attimo il modo di far politica anglosassone e ti metti nei panni di noi italiani.

L'italiano non punta al bene comune, per lui semplicemente non esiste. L'italiano medio è da sempre convinto di essere più furbo degli altri, e di conseguenza pensa che sia del tutto normale riuscire a raggiungere i suoi obiettivi ai danni del resto del Paese.

Per questo motivo siamo sensibilissimi alle promesse elettorali, che attraverso la sottopolitica spicciola di una infinità di candidati che non si capisce bene come mai si presentino, visto che non saranno mai eletti, arrivano alle singole persone, proponendo esplicitamente di comprarne i voti.

Ora, ci sono cose che non si fanno, e altre che magari si fanno ma non si dicono, perché tutti sono d'accordo che chi le fa sta cercando di fregare gli altri. Questo da voi è normale, mi dicono, e un esempio di questo è chi froda le tasse o chi copia a scuola durante gli esami. Da voi o in USA lo espellono dalla scuola, qui se gli va male gli invalidano la prova, ma se gli va bene può dirlo a tutti e tutti lo appresseranno, perché è stato furbo. Poco importa se ha rubato il posto a uno più bravo, poco importa se le sue tasse le pagheremo tutti noi, attraverso maggiori imposte o peggiori servizi, questo non viene percepito. Manchiamo di coscienza sociale.

Il leader del partitino fa i suoi interessi e quelli di una mandria di piccoli lestofanti al seguito: ha trovato una sua nicchia elettorale, che può essere indifferentemente di destra, di sinistra o di centro (ma non dirlo forte: ti accuserebbero di qualunquismo e la sfrutta per stare a galla. Al sud, dove tutto è mercato (delle vacche) funziona la regola del promettere a 1000, raccogliere 100 voti, esaudire le richieste di 10. Funziona e ha sempre funzionato.

Se esistessero due grossi schieramenti politici, durerebbero ben poco: i leader saprebbero ben fare le opportune scissioni, una volta eletti.

Riguardo al nascente Partito Democratico, che io credo sarà una nuova Democrazia Cristiana, nasce con un problema di fondo: dentro voglio starci tutti. Tolti i partiti di estrema (ahahah!) sinistra, inferiori al 10%, e quelli di estrema destra (fascisti), forse un 5%, tutti gli altri vorrebbero starci dentro, dagli ex DS alla Margherita (democristiani autentici) a tutti i democristiani di centro-destra, a frange consistenti di Forza Italia che sanno benissimo destinata sciogliersi come neve al sole una volta che mancasse il foraggio del padre-padrone. Manca AN, i cui leader stanno navigando di gran carriera verso il centro, e la Lega, che ha già avviato le trattative con il PD.

Avremo quindi un Partito Democratico che rappresenterebbe l'80% buono dei desideri dei politici italiani... ma a quel punto nascerebbe sicuramente qualche altro movimento, capeggiato dai leader già perdenti e riciclati, che si approprierebbe dello spazio esistente facendo delle promesse clientelari e cavalcando tutti i possibili malcontenti...

 
At 8:58 AM , Blogger Bhuidhe said...

Ehm, ok, tutto chiaro!
Che la DC si riformi è soltanto questione di tempo. La DC è un'espressione profondamente italiana, ed è una forza politica (anche se la vedo più come un'espressione più culturale che politica - alcuni italiani si illudono che questa è una democrazia, ma assomiglia di più ad un'oligarchia) disposta a trattare con chiunque pur di restare in sella (lo dico tramite conoscenze dirette, non sto sparando). La scissione destra-sinistra della DC sotto pseudonimi vari è innaturale, tenderà come corse di acqua a ricongiungersi in un singolo fiume trovando per natura la strada più breve e efficente verso il mare.
Sì, è un panorama desolante.

 
At 9:54 AM , Blogger Pippi said...

Quindi che si fa? Si espatria? L'analisi dettagliata di Angelo (ahinoi!) ha molta amara verità. Ma allora, che si fa? Ci rassegniamo? Io dico: no. Io dico: cominciamo dal quotidiano. Perché se é vero quello che dice Bhuidhe sulla "DC come espressione culturale italiana" (subcultura della clientela la definirei tuttavia, io ho i "brividi" a pensarla come "cultura". Scusatemi ma proprio non posso!), devo anche dire che tutti i giorni vedo gente che guarda storture, bisbiglia, al più si indigna ma non prende mai posizione, ché é faticoso prendere posizione, urlare, dissentire e lavorare per il cambiamento. Scusate se lo dico, ma ci vogliono le "palle" per vivere e finché saremo un popolo accomodante, conciliante, arrendevole e qualunquista, questi politici ce li meritiamo proprio tutti. Punto.

P.S. Non so se sono riuscita a chiarire il mio punto di vista. Non sono brava a parlare di politica io. Scusatemi.

 
At 1:33 PM , Blogger Bhuidhe said...

Giulia, direi che sei stata molto chiara. Ci vogliono le palle sì, e una pelle dura anche, per entrare in politica, anche a livello locale. Devi vedere le battaglie che fa ogni giorno il nostro sindaco donna per sopravvivvere ai continui attacchi da parte del senatore udc locale (ex-DC ovviamente) che sta cercando di distruggerla per riguadagnarsi il suo feudo.
Mi sono beccata le sue urla (del senatore) e insulti pure io durante una riunione pubblica, e me li sono tenuta, non mi importa niente. Ma c'è anche chi preferisce girarsi verso la quiete, dall'altra parte, oppure chi ha già dato e si è stancato dei mancati risultati.
Qui (nel paese) la situazione è una vergogna. Ma il sindaco finora ha dimostrato una forza di ferro e acciaio, che non è da tutti.

 
At 5:43 PM , Blogger Pippi said...

Dai un bacio da parte mia al tuo sindaco e tu fregatene delle "offese urlate" da un senatore UDC, fregatene. Il mio non era un invito ad entrare tutti nella politica attiva. Si può dissentire, urlare, essere contro anche nella "vita quotidiana", sul lavoro, per strada, a casa propria. E' comunque faticoso, si rischia sempre qualcosa ma il cambiamento ha i suoi "prezzi", mi piacerebbe potere raccontare delle "cose" per farti intendere bene quello che penso. Forse lo farò prima o poi via e.mail. Non é la sede adatta questa e non voglio parlare di una certa cosa della mia vita ora. Un abbraccio. :)

 
At 9:17 AM , Blogger Bhuidhe said...

Giulia: scrivimi quando vuoi: bhuidhe@yahoo.it
E pensa che le urla me le sono presa in difesa di una scuola materna - mica una roba da politica estera!!!

 

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