Sunday, May 27, 2007

Penelope è partita, Penelope è tornata

Come stavo dicendo ad un amico ieri sera, a noi britannici viene instillato insieme al latte materno (o in polvere, fa lo stesso, io sono venuta su con il secondo) che la vanteria personale è una vergogna alquanto più grave dello scippo con aggressione a nonnine disabili che vivono con la pensione del gatto. E' quindi con una certa difficoltà che scrivo che sono molto contenta perché ieri ho vinto il terzo premio in un concorso per racconti brevi. Ma siccome questo è il mio blog e voi siete i miei amici, echecavolo, lo faccio!

Il tema del concorso, dell'Auser, era "Penelope è partita", storie di donne e migrazione. Dal momento che vengo da una lunga serie di donne emigrate, ho pensato che qualcosa potevo anche dirlo, così ho scritto questo racconto.

Scriverlo significava andare a ripescare momenti di grande dolore, anche non raccontati, e dopo ho dovuto andare a farmi una lunga passeggiata nel bosco da sola come decompressione. Cercare le voci di mia nonna e mia madre, la mia e di mia figlia non è stato facile ma dopo il dolore è arrivato il sole. Non credo che il risultato valga molto, ma il processo sì.

Alla premiazione hanno fatto delle rappresentazioni "teatrali" dei racconti premiati, e credo sia stata una delle esperienze più forti della mia vita sentire delle bravissime attrici "essere" mia nonna (lì mi sono messa a piangere, grave pericolo di imbarazzanti e poco britannici singhiozzi), mia madre (proprio lei, quarant'anni fa), io (surreale) e mia figlia (stupenda attrice, i miei figli più grandi che erano con me si sono messi a ridere di pancia dicendo "ma è proprio lei!!"). Il premio è stato un grande onore, ma quella rappresentazione è stato il premio più grande.

La cosa in sè è stata più che altro sorprendente, del tipo "siete sicuri che intendete me? Non è che vi confondete con qualcun'altro?" - soprattutto per la qualità e l'intensità di tanti dei racconti. Una selezione sarà messa sul loro sito, e ve la segnalarò appena è pronta, perché da questo concorso è venuta fuori una serie di voci e di esperienze profonde e profondamente toccanti, assolutamente da ascoltare. Due cento persone che cercano il fazzoletto durante il racconto della giovane signora che ha visto cose inguardabili in Sierra Leone. Mi sono vergognata.

Bellissima e molto apprezzata la solida e sensibilissima partecipazione di uomini (per più di un terzo dei racconti, anche loro tra i premiati).

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20 Comments:

At 1:31 PM , Anonymous Anonymous said...

Un'epopea al femminile dal tono struggente... mi sembra quasi di sentire il profumo di quelle cotte!
Lory

 
At 1:46 PM , Anonymous Anonymous said...

Dimenticavo la cosa più importante: congratulazioni!
Lory 2

 
At 5:18 PM , Blogger Bhuidhe said...

Lory: grazie!! Il profumo di mele cotte è veramente una cosa che mi fa quell'effetto lì, i sapori e i profumi dell'infanzia nessuno te li toglie più.

 
At 9:28 AM , Anonymous Anonymous said...

Lory mi ha preceduta. Ho linkato il tuo racconto in un post. Te lo dovevo, perché è veramente bello.
Laura

 
At 6:03 PM , Blogger assunta altieri said...

Jane, il tuo racconto è bellissimo. Vado di fretta, come al solito, ma me lo sono letta tutto. Ho messo un link sul mio blog.

Quel profumo di mele lo sento di qua. E anche quello delle mele al vino che fai tu. Non ne ho mai mangiate di più buone. Non mi sono mai venute buone come a te.

Ricordi ciò che ti ho detto qualche giorno fa al telefono, a proposito del tuo modo di scrivere? Bè, fammi una cortesia, non te lo scordare mai.

 
At 6:22 PM , Blogger Pippi said...

Bhuidhe, ho letto il tuo racconto da Assu e mannaggia a te ... mi si sono riempiti gli occhi di lacrime. Hai raccontato queste cose di te in un modo che procura emozioni profonde e importanti. Hai parlato alla mia anima come pochi hanno fatto di recente. Cavolo: ho un'anima! Bravissima Bhuidhe. I miei blog sono poco frequentati ma spero non ti dispiaccia se lo linko anch'io il tuo racconto. Un abbraccio Jane.

 
At 6:23 PM , Blogger Pippi said...

A pensarci bene, devo prima capire come si fa. Con questo blog, imparo come si fanno le cose e le dimentico subito dopo. Ogni volta è come la prima volta. Ma è normale?

 
At 6:55 PM , Blogger Bhuidhe said...

A tutti quanti, se le mie parenti soo riuscite a commuovervi, persone intelligenti e sensibili come siete, questo per me è un onore e un trionfo.

Laura: mi sento onorata, grazie. Ho molto stima di tu e Lory e la vostra scrittura. Grazie davvero.

Assu: spero che presto potremo mangiarle ancora. Grazie di tutto il tuo incoraggiamento, che è molto importante. Grazie anche a te del link, davvero.

Giulia: adesso sono io che mi commuovo! Davvero. Grazie del link, che è un vero piacere per me. E non ti scoraggiare: io devo ancora capire come creare spazi interlinea sul sidebar, e usare l'html nei commenti, vado a tentoni e sono lenta!

 
At 8:58 PM , Blogger matteo said...

Wow, ci stai prendendo gusto coi concorsi, Jane! Appena ho un attimo di calma lo leggo, nel frattempo complimenti

M

 
At 10:20 PM , Blogger Bhuidhe said...

Matteo: synchronicity! Pensa che ti ho appena scritto in merito ad un tuo stupendo racconto, "Chiamate". Spero per tutti noi che pubblicherai da qualche parte i tuoi lavori. :-)

 
At 11:39 PM , Anonymous Anonymous said...

secoli fa avevo partecipato ad uno spettacolo teatrale che aveva come filo conduttore il tema del confine. Sono da sempre affascinata dai confini, dai margini, nei loro molteplici significati. le cose più interessanti per me raramente accandono al centro, stanno sempre un po' lì, ai confini.

(Ancora complimenti, anche se io l'altra sera avevo capito che tu fossi pure una delle attrici!)

 
At 11:41 PM , Anonymous Anonymous said...

[ehi, ora il sistema mi lascia commentare, bello! Non viene fuori il link, ma non mi importa, almeno ci posso essere! :-) ]

 
At 3:40 PM , Anonymous Anonymous said...

Ho letto il racconto (ci sono arrivato da uno dei numerosi link;-)
Complimenti... è bellissimo!
Penso proprio di rileggerlo :-)
Ciao D

 
At 3:59 PM , Blogger Bhuidhe said...

Diego: un tuo commento è sempre gradito, questo in particolare. Grazie!

 
At 6:39 PM , Anonymous Anonymous said...

Bellissimo blog, meraviglioso racconto :)

 
At 7:01 PM , Blogger Bhuidhe said...

Soffiodimaggio: grazie di cuore! Ovviamente ora verrò a fare un giro da te (da tutti voi)! :-)

 
At 12:35 PM , Blogger Antonio from Italy said...

Quattro storie che sembrano indipendenti ma che si intrecciano e che alla fine si uniscono in una sola voce, il passato che diventa oggi e futuro! Il tutto a cavallo dell'equatore, a cavallo delle stagioni.
Davvero emozionante!

Ma tu sei di Dumfries?
Ci sono stato per mezza giornata nel 1998, poi visitai il castello di Caerlaverock e parte del Hadrian's Wall!
Che bei posti!!!!

P.S.: Ricordati che anche in italiano si dice Edinburgo, non Edimburgo ;-)
O per lo meno, io l'ho sempre scritto con la "n".

 
At 9:18 PM , Blogger Bhuidhe said...

Antonio: grazie delle belle parole! Io non sono di Dumfries (vengo dalla East March dei Borders, da Hawick) ma lo era mia bisnonna e nonna (e bisnonno, del meraviglioso nome Robert McRobert), è una zona di strabigliante bellezza.
Grazie come sempre delle precisazioni. :-)

 
At 9:17 AM , Blogger Zu said...

Ha ragione Jane: è Edimburgo la grafia corretta in italiano.

 
At 5:01 PM , Blogger Bhuidhe said...

Zu: ulalà! Per una volta ho ragione io? Devo correre fuori a bermi una birra per festeggiare!
:-)
PS Ieri sera ne ho bevute decisamente troppe per festeggiare l'ottimo e riuscito spettacolo di un amico, seguono sempre le solite parole: "mai più"...

 

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