Monday, February 26, 2007

Poesia di qualità

Find what you want
It's high time.
Good torture
Obstructs the velvety.
Reinforce austerity:
Be mimeograph,
But progressive,
Be scarlet,
Upwards psychosis.
This vehicle so seethed:
Didn't understand it.
I am deficit,
No reception.
Here be semantics.

Fantastic, isn't it? Deep, full of meaning on several levels, a searing indictment on the fractured nature of the modern "I" .
Actually these are the titles of the last few spam emails I received. Ho ho.

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Traduzione dell'opera poetica (qualsiasi contributo al miglioramento è accettato con piacere):

Cerca e trova ciò che vuoi
Sarebbe anche ora
La tortura bella
Ostacola il velluto.
Dai, rafforza l'austerità:
Sii la mimografia,
Ma progressivo,
Sia scandaloso,
La psichose in salita.
Questo vehicolo furibondo è:
Non l'ho capito.
Sono meno,
Non c'è segnale.
Qui sia la semantica.

Vorrete senz'altro complimentarvi con me per quest'opera ricca, densa di significato, così espressiva della frattura dell'Io postpostmoderno.
Sono i titoli di alcune emails di spam che ho ricevuto ultimamente...

Friday, February 23, 2007

Concorso di qualità

Benvenuti nel paese che ha dato i natali a Dante, Bocaccio, Petrarca, Manzoni, Leopardi, Tomasi di Lampedusa, Luigi Bolognini.

Diversi post fa ho fatto un uso svergognatamente personale di uno sfogo su questo blog (che poi è mio) lamentandomi delle traduzioni insopportabili che mi tocca vedere in giro ogni giorno. Poi mi sono sentita (un pò) meglio.

Troppo presto...

Su gentile segnalazione, ecco a voi il nuovo sito (di qualità immagino) di "un paese di qualità": paese che non contempla nemmeno un budget per un traduttore decente o un correttore di bozze alfabetizzato (nonostante ne abbia alcuni dei migliori al mondo), dal momento che la homepage soltanto, che vanta meno di trenta parole, ostenta ben tre errori nell'inglese.

Due, se generosamente accettiamo che una maiuscola potrebbe essere una scelta di eleganza, stile e classe. Forse.

Quindi il concorso di qualità: trovare e segnalare gli altri due orrori.

1° premio: una visita guidata al sito
2° premio: due visite guidate al sito
3° premio: non prevedo che più di due persone leggano questo post.

Qualsiasi errore in questo post è da attribuire interamente al suo autore pigro e disattento.

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Welcome to the country that gave the world Dante, Bocaccio, Petrarch, Manzoni, Leopardi, Tomasi di Lampedusa, Luigi Bolognini.

A few posts ago I made a shamefully personal use of this blog (well it's mine!) letting off steam and ranting about the shocking state of the translations I have to see around me every day. I felt a little bit better after that.

Alas, too soon.

Thanks to a colleague, I am able to bring you the new "quality" site of "a country of quality": a country which evidently prefers to skimp on translators and literate proofreaders. Which is a pity since it boasts some of the best in the world. The homepage of this site offers not many more than thirty words, many of them in English. Sadly these include three howling errors. One of which we will let pass as it could be a capitalisation bringing a nuance of class and elegance. Maybe.

And so now we come to the competition of quality: spot the errors.
1st prize: a guided tour of the website

2nd prize: two guided tours of the website
3rd prize: I hardly think more than two people will read this stuff.

Any errors in this post are entirely the fault of its careless and sloppy author.

Tuesday, February 20, 2007

Shrove Tuesday




Meglio tarde che mai: vorrei ricordarvi che oggi (per chi festeggia il rito ambrosiano) è martedì grasso, ovvero Shrove Tuesday.
Essendo la Gran Bretagna un paese non più, da cinque secoli, un paese di maggioranza cattolica romana, si è, ahimé, perso col tempo il Carnevale, e l'unica cosa che oggi ci rimane sono i festeggiamenti per il martedì in cui ci si confessa i proprio peccati (to shrive, uso arcaico) e si mangia grasso - ormai ridotto alla consumazione massiccia di pancakes, cioè crèpes, cioè fritelle. Da cui il nome alternativo di "Pancake Tuesday".
Oltre a riempirsi la panza di fritelle, i britannici si divertono ad organizzare gare: è de rigeur buttare, cioè toss, per aria il pancake, e con sapiente scatto del polso farlo girare, cioè flip, a mezzo metro dalla padella, per poi ripescarlo con perfetto tempismo. Si organizzano quindi gare per il flip più alto, il maggiore numero di flip da un solo toss e la massima espressione di capacità flipesca, il 100 metro tossando di continuo il proprio pancake.
In case in tutta la Gran Bretagna si sta flippando proprio in questo momento...
Buon appetito!

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Folks, do I need to remind you? It's Shrove Tuesday. Get tossing...!

Monday, February 19, 2007

A Walk on the Wild Side

Di chi commette questi crimini, mai l'ombra: l'ombra dell'ombra
La luce della saggezza umana: fanale in frantumi
La crise idrica: dopo l'acqua
Scolpito dalla natura: matassa senza mani
Scolpito dalle mani: natura viva con sacchetto per la spazzatura
Tentativo di sopravvivenza: i primi bucaneve dell'anno senza neve
Righe, forme e colori: la ferrovia
Righe, forme e colori: il sasso

Never the shadow of who perpetrates these crimes: the shade of the shadow
The shining light of human wisdom: headlight in pieces
The water crisis: after it's finished
Sculpted by nature: natural knot
Sculpted by man: live life with binbag
Brave attempt at survival: the first snowdrops of the year, no snow
Lines, form and colour: the railway
Lines, form and colour: stone








Sunday, February 18, 2007

Counter Confusion

Amici! Devo cambiare counter e cerco suggerimenti. Ora che cominciano ad apparire le prime ricerche bizzarre e surreali di Google tra i referrers, non me le voglio perdere. Google analytics analizza ben poco, Bravenet fa già di più ma ti da soltanto gli ultimi 10 referrer e poi le perdi. È così che ho perso il momento storico del primo porno-accesso al mio blog.

Mi dispiace per chi cercava una notizia su una persona vera e si è beccato un personaggio da balletto classico e me su un pallone di gomma.

E mi chiedo cosa poteva mai volere la persona che ha fatto la ricerca "donna calva" e che pazienza ha avuto dal momento che il mio accenno a teste calve non figura tra le prime 5 pagine dei numerosissimi risultati su Google, e persino io a questo punto ho perso la pazienza (pare che ci sia una foltissima letteratura sull'argomento, una vera e proprio sottocultura.

Accetto volontieri suggerimenti da chi di counters ne sa più di me.

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Friends, I need a new counter and I'm taking suggestions. Now that I'm starting to get the first weird and wacky Google searches dropping in, I don't want to miss out on them! Google analytics doesn't seem interested in analysing much at all, Bravenet is better but only leaves you the last ten referrers and then chucks them away. That's how I lost my historic first porno-referrer.

I truly feel for the poor soul who was looking for info on a real person and got the main character from a ballet and me capering about on a spacehopper.

The mind boggles at the search for "bald women", and at the searcher's patience since there's no reference to this blog in at least the first five pages of the many that come up on Google (even my patience ran out at that point - I had no idea this was such a popular subject, a veritable cult.

Suggestions please!

Wednesday, February 14, 2007

Cos'è un blog poi?


Si legge spesso che "un blog è come casa mia".

E se invece fosse più una bancarella che si porta nella piazza pubblica il giorno del mercato?


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It's not uncommon to read the idea that "a blog is like my home".

What if it were more like a stall in the market place?

Monday, February 12, 2007

Commento?

In un'altro blog si legge un dibattito: commenti sì o no? Come? Cosa?
Mi pare assurdo.
Credo che la maggior parte dei bloggers vedendo una serie di 10 posts senza commenti lascierebbero perdere. Che senso ha guardare girare il contatore? Chi legge qui e mi lascia un commento mi fa un favore. Che senso ha urlare nel buio se nessuno mai risponde? Che senso ha accendere un focolaio nel bosco se nessuno ci viene a scaldarsi con te?
Una persona ha paragonato, giustamente secondo me, il commento a una piccola visita, un saluto: risposta: e se vengono a vendere a casa tua e invadere il tuo spazio? Eh??? Non ci siamo. Se commento tuo blog lanciato in Internet non sto buttando giù la porta di casa tua, e se mi vedi così, essendo una persona che odia l'invadenza, è chiaro che non visito più tuo blog.
Chi scrive un blog e lo lancia nello spazio pubblico che è Internet sta cercando un qualche maniera di communicare. O no? Magari soltanto imporrsi. Magari l'interazione, la reazione, non sono considerate?
Se uno mette in piedi un blog e lascia attivo lo spazio per i commenti, accetta che chiunque ha il diritto di passare e lasciare un (educato) commento. Ha il diritto di giudicare i commenti di altri chi ha delle difficoltà nell'accettare i commenti non positivi, anche se intelligenti e espressi educatamente?
Allora può fare diverse cose:
- può attivare la moderazione dei commenti e, come un quotidiano, pubblicare ciò che reputa più pertinente (o lusinghiere).
- non permettere commenti. Pubblicare dei post e non permettere dibattito.
A questo punto consiglio l'abbandono del blog come piattaforma e l'apertura di una mailing list, per iscritti scelti, a senso unico (cioè si riceve la email ma non si ha la posssibilità di rispondere).
E perché non vado a scrivere questo sul blog in questione? Perché sono in una fase della mia vita in cui sto evitando lo scontro, l'aggressione, la litigata gratuita ad ogni costo.
Ovviamente commenti accettati e non saranno moderati.

Sunday, February 11, 2007

Quel quadretto


Non so com'è per voi...
(vedete post: No oil painting)
I don't know how it is for you...
(see: No oil painting)

Saturday, February 10, 2007

La Medicina che Guarisce

Quando si arriva nel corridoio con la fila di sedie in plastica (perché questo è, dopottutto, il Reparto di Chirurgia Plastica) si rimane un momento sconcertati. Non è come altri ambulatori. Si sente, ma ci si mette un attimo a capire perché. E' un banalissimo corridoio da ospedale, uguali ad altre migliaia di corridoi da ospedale, stessi materiali, stessi colori, stessi odori.

È che la gente sta bene. Cioè non sta affatto bene. Ma sta bene.

Per far passare l'attesa si legge la bacheca. È piena di lettere, biglietti, persino poesie. Questo Reparto ispira la poesia. Si leggono dei problemi, anche gravi, della paura, della disperazione. Si legge della guarigione dal male e anche dalla paura e la disperazione. Le parole che più si ritrovano sono "umanità", "comprensione", "dolcezza". C'è il disegno di una bambina di 6 o 7 anni. C'è scritto "grazie per avermi ridata mia mamma".

Il Professore esce dalla sala visita. Di colpo tutte le facce si girano con occhi e sorrisi che dimostrano tanto, ma tanto più di un semplice rispetto professionale. Deve passare in un'altra sala e per questo passa lungo il corridoio. Una battuta per ogni persona, un scherzo, una presina in giro, una risata. Viene fermato più volte e sempre si lascia fermare. Non importa cos'ha da fare, questi sono i suoi malati e ha tempo prima di tutto per loro.

"Professore, mio marito non cammina più, come possiamo fare?"
"Telefono al servizio ambulanze, lo facciamo portare da loro."

"Signora, ma lei è guarita! Come mai qui di nuovo?"
"È che mi mancavate, volevo farvi un saluto."

"Signore, la vedo giù oggi."
"È che mi fa più male del solito oggi."
"No, ma dico lei, la vedo giù, di morale. Non va bene. Dobbiamo fare qualcosa."

Avevo telefonato due giorni prima, e avevo parlato con uno dei bravissimi specializzandi che collaborano con lui. Non con lui di persona. Ma:
"E come vanno queste mani oggi? Va meglio con il nuovo antidolorifico?"

Va meglio perché c'è questo posto e ci sono questi medici. Va meglio perché le visite e le medicazioni sono talmente farcite di battute e scambi veloci e brillanti da essere meglio di un cabaret. Va meglio perché questi medici praticano una cura olistica: mentre tagliuzzano, sistemano, tirano, stirano, spalmano e bendano, stanno praticando un accurata ed efficace cura di tutte le persone spaventate, fragili, deboli e ferite che popolano la chirurgia plastica.

I feriti e malati in questo reparto sono doppiamente feriti e malati. Quando si guardano allo specchio non si conoscono più. La loro identità è frantumata. Le facce, le mani, si guardano e si vedono disintegrare. Questi medici sanno medicare queste ferite.

Quello che ti investe mentre aspetti sono gli occhi di questi malati. Occhi che sorridono da sotto un cappello che nasconde la testa calva, o tra medicazioni un pò ovunque in faccia, o da sopra due gambe storte e zoppe. Occhi dolci e saggi.

"Come stanno le tue mani, cara? Cosa ti dicono?"
Una signora che non ho mai visto un vita mia.

"Tanti auguri cara, stammi bene!"
Un'altra signora che non ho mai visto in vita mia.

Si sente la visita nell'altra sala.
"Lei è troppo giù di morale, non mi piace. Penso che la ricoveriamo un giorno prima. Si sentirebbe meglio? Sollevato?"
La piccola folla nel corridoio mormora e fa cenni di approvazione.
"Sono così umani." "È davvero una persona umana, comprensiva." "Sono bravi, tanto bravi, anche i giovani."

Il Professore torna indietro dall'altra sala medica. Ormai c'è parecchia gente. In mezzo alla gente si ferma, bloccato per le borse e i capotti, e con finta disperazione si mette le mani tra i capelli.
"Tutti qui! È che si sta troppo bene qui, si sta troppo bene!"

Vero.

Professore Valdatta e i suoi Specializzandi, Reparto di Chirurgia Plastica, Ospedale di Circolo, Varese.

Pronto soccorso

Ha la febbre, è pieno fino alle orecchie di tachipirina. Il corridoio fuori è gremito di gente, feriti ambulanti, giramenti di testa seduti, crolli sdraiati attaccati alla flebo, parenti preoccupati, parenti isterici, parenti da ricovero coatto. E nonostante stia peggio almeno della metà dei mal di testa, lievi episodi di sangue al naso ecc corre, letteralmente corre, tra le tre sale visita che sono disposte in fila, separate da porte a soffietto. E nonostante corre, letteralmente corre, tra un malato e un'altro per dodici ore di fila, e ha la febbre, quando si ferma davanti a te, che hai paura e stai tremando per lo schock e ti senti persa in un dolore tra poco non più sopportabile, è calmo, forte, e sereno. Ti legge negli occhi e ti rassicura senza verbalizzare quello che legge. Con infinita dolcezza ti esamina e ti medica. Ti lascia con competenti e materne infermiere ma torna quattro volte (correndo) per assicurarsi che vada tutto bene. Trova il tempo per fare una telefonata rassicurante in un'altra città tenendo il telefono tra testa e spalla perché ha le mani piene di flaconi e garze per un'altro paziente. E poi di nuovo a correre tra un infarto e un dito mezzo amputato.

Non so cosa lo pagano ma non è abbastanza.

Dott. Bianchi, Pronto Soccorso, Ospedale di Circolo, Varese.

Thursday, February 08, 2007

Quale metà della "dolce" metà?


È un grattacapo. Si discute amichevolmente tra madrelingua italiani sulle eventuali differenze tra una femmina (o fimmina) e una donna.


Potendo beneficiare del dono della superficialità leggera e maneggevole della non madrelingua italiana posso opinare così:

non tutte le femmine sono donne e non tutte le donne sono femmine.


La tipa che serve i primi al Ciao nel centro commerciale dalle mie parti è una donna, ma non è una femmina.


Jack Lemmon in A Qualcuno Piace Caldo era una femmina ma non era una donna.


Altro non so.


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It's a brainsqueezer folks. In the sacred halls of Internet Italian native speakers are racking their brains to come up with the difference, if there is one, between a femmina (female) and a donna (woman).


Given my privileged position on the superficial edge of native speakerness I can offer the following flimsy observation:


not all femmine are donne and not all donne are femmine.


The wifie who serves the pasta at my local fast food joint is most certainly a donna. But she is equally most certainly not a femmina.


Jack Lemmon in Some Like it Hot was a femmina, but most certainly not a donna.


And that's as far as I'm going down this particular rocky road.

Tuesday, February 06, 2007

La Magia non Esiste


Così dicono...

Se hai un pò di tempo e un pò di voglia vai a leggere la storia di Yester, di Sir Hugh (o Hew o Hugh) de Gifford (o Giford o Giffard), abitante del dodicesimo secolo, che avevo promesso...

Devi sapere tre cose.

1. Magari non credi che la magia esiste, ma il castello di Sir Hugh esiste ancora. Il suo nome, ormai secolare e dato dalla gente del paese, è Goblin Hall. L'ho visto. Non rimane ormai che qualche sasso, una parete, tutto fuso col bosco. E, quasi intatto, la camera sotteranea (che noi diremmo "semi-interrato", sotteranea soltanto su tre lati) dove Sir Hugh si chiudeva via e si perse nelle sue magie, alchemie, incantesimi e intratteneva chissà quale amico dalle tenebre... Ci sono stata da bambina, scendendo a fatica giù per una discesa tutta sottobosco fitta e pieno di spine. Ero con i miei, e con degli amici, ma lo stesso ho avuto paura. Non mi è piaciuto. Non ci voleva restare.

2. Magari non credi che la magia esiste, ma la pera che appare nella storia sì. C'è ancora, nel possesso della famiglia proprietaria della tenuta agricola (la nuova casa era di Menotti). La famiglia vive a Colstoun. Hanno protetto sempre la pera, a parte l'episodio nel '700 quando una curiosa signora, affascinata dall'antico frutto, lo morse.. forse è soltanto coincidenza ma poco dopo la famiglia si è trovata inaspettatamente in debito e ha dovuto vendere un pezzetto di terreno. La pera esiste, l'ha vista negli anni 60 del secolo ventesimo il veterinario locale, di cui la famiglia si fidava. Era piccola, secca, marone, e mancava un pezzo grande giusto quanto il morso di un bambino, o di una delicata signora. Così lo ha raccontato a me...

3. Magari non credi che la magia esiste, ma i lontani, lontani, distanti parenti di Sir Hew sì.. soltanto che ora hanno lasciato l'alchemia e gli incantesimi, e si divertono con la magia di Internet e dei blog... Chissà che non ne hai già incontrata una di loro...

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English version coming... when I finish the ironing.. (alas no magic for me, must have got used up over the centuries..)

Saturday, February 03, 2007

Addio Menotti, Laird of Yester


Se n'è andato Giancarlo Menotti, grandissimo compositore, e anima del festival di Spoleto, uomo del talento profondo dotato dell'energia e la generosità necessarie per far emergere anche il talento negli altri. Sui giornali e su Internet si potrà leggere tanto di lui e la sua carriera.
Qui vi posso raccontare un pò l'uomo energico, aperto, bonario, generoso, che è diventato laird ("signore") di una bellissima tenuta scozzese, Yester, nel paesino di Gifford dove da bambina giocavo, andavo a cavallo, salivo sugli alberi, pescavo con un bastone e pezzo di spago (mai preso niente, strano) e costruivo dighe nel fiume, e da dove tornavo a casa sempre conciata da mandare in tintoria. Ad agosto di quest'anno ero lì, nel parco accanto al cancello d'entrata alla tenuta, a parlare di Menotti ai miei bambini mentre mangiavamo dei tramezzini.
Menotti, a differenza di tanti "forestieri" non ha mai cercato di cambiare la storica casa in qualcosa più di suo gusto. Ha fatto di tutto per far emergere il suo splendore innato, naturale. I suoi intenti "onorevoli" sono stati subito capiti, apprezzati e assecondati dalla gente del paese. Con loro è sempre stato disponibile, attento, aperto. Dava una mano qui e lì. Piccoli progetti qui, un suggerimento per un figlio musicale lì. Ogni Natale faceva una festa nella casa per tutti i bambini del paese, e tutti tornavano a casa con un bel regalo da parte di "Mr McNotty".
Era un posto poi storicamente giusto per un compositore: Gifford sta ai piedi dei Lammermuir, luogo di fama Donizettiana (la storia di Lucia di Lammermuir è tratta da un romanzo di Walter Scott). Se guardate qui, o qui, magari capirete l'impatto sull'anima grandiosa di Menotti oltre a quella piccolina di una bambina che ci vagava per giornate intere. (E capirete perché ogni tanto soffro di sensi di claustrofobia nel pur carino varesotto). E' un paesino pieno di magia e leggende. In un prossimo post vi racconto la storia che piaceva tanto a Menotti, le leggenda del fondatore del paese, Sir Hugh de Gifford, e il goblin.
Un uomo grande che ha saputo entrare in una piccola, semplice communità e farsi amare. **********************************************************************************
Giancarlo Menotti has died. A great composer, life and soul of the Spoleto Music Festival, he was a man of immense talent who also had the energy and the generosity to work continuously on helping new talent to emerge.

For general information about his life and career there is abundant material in the newspapers and on Internet. This post is about the lively, open, friendly, generous laird of a beautiful Scottish estate, Yester, on the edge of the village of Gifford , where a certain little girl used to play, ride ponies, climb trees, go fishing with a stick and a piece of string (never caught anything, wonder why?) and build damns in the river, returning home wearing more mud and dirt than a field of cabbages. This August I was there, sitting in the park at the gates of Yester House, telling my children about Giancarlo Menotti and eating sandwiches.

Unlike many "outsiders", Menotti never tried to alter or change the house to fit his own ideas, taste or conception of what it should be. He did everything to renovate it, to return it to its own splendour, dignity and identity. His "honourable" intentions were immediately perceived, appreciated and supported by the villagers. He was always there for them. He helped out a little here, offered a piece of advice for a talented youngster there. Every Christmas he gave a party in the house for the village children, and they all went home with a lovely present from "Mr McNotty".

Historically, it was a good place for a composer. Gifford is on the edge of the Lammermuir, of literary and operatic fame: from Walter Scott's novel came Donizetti's opera Lucia di Lammermuir. If you look here or here, perhaps you'll understand the impact of this place on the great creative soul of Menotti, as well as on the rather smaller one of a little girl who used to wander about on these hills for days on end. (And perhaps you'll understand why she occasionally suffers from a sense of claustrophobia in the Varesotto, pretty as it is). Gifford is a village of magic and legend. In another post I'll tell you the story that Menotti liked, of the founder of the village, Sir Hugh di Gifford, and the goblin.

A great man, who entered effortlessly into the affections and respect of a small rural community.

Friday, February 02, 2007

I Sette Peccati Mortali


Mi piace l'idea di Antonio di darsi un punteggio da 0 (non afflitto) a 10 (massimo esponente) in ognuno dei sette peccati mortali.


Mi piace anche l'idea che posso scrivere in maniera irreverenda sul mio blog e nessuno mi verrà ad arrestare, processare e condannare.


Quindi:


Lussuria: ehm, che devo fà, sono fatta così, ahem.. 10

Gola: beh, quando sono triste o sto dormendo non ho fame (anche se a volte mi devo alzare durante la notte per farmi uno spuntino) - 9

Avarizia: naaah - 1

Accidia: sì, ma in maniera selettiva; posso lavorare per 36 ore di fila su una cosa o posso mollarla per noia e stufaggine dopo 10 minuti. Dipende. 5

Ira: come disse George Washington, non posso mentire - 7

Invidia: naaah, giusto della gelosia nel passato se vedevo una tipa con l'uomo che volevo io - 2

Superbia: di cosa poi? 1


E voi????


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I love Antonio's idea of giving himself a score for each of the Seven Deadly Sins from 0 (not affected by) to 10 (affected BIG time).

I also like the idea that I can write in an irreverend and unholy manner in my blog in complete freedom and no one will come and arrest me, put me on trial or condemn me.

So here we go:


Lust: ehm, it's like this, it's just the way I am, ahem.. 10
Gluttony: well I'm not hungry when I'm sad or upset or when I'm sleeping (though I do have to get up sometimes and get a snack through the night) - 9
Greed: naaah - 1
Sloth: I suffer from selective sloth; I can work for 36 hours non-stop on something or I can get fed up with it and dump it after 10 minutes. 5

Wrath: as George Washington said, I cannot tell a lie - 7
Envy: naaah, I used to get jealous if I saw a girl with a guy I fancied - 2
Pride: what of exactly? 1


And you???

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There but for the grace of God go I

Come disse a metà del cinquecento John Bradford , osservando dalla sua cella un condannato a morte condotto al patibolo:

Lì, non fosse per la grazie del Signore, ci sono io.

Porto all'attenzione di tutti i bloggers:

COMUNICATO STAMPA CS12-2007

BLOGGER EGIZIANO SOTTO PROCESSO. PROSEGUE LA CAMPAGNA DI AMNESTY INTERNATIONAL CONTRO LA REPRESSIONE SU INTERNET

Amnesty International ha chiesto oggi l´immediato e incondizionato rilascio di Karim Amer, il primo blogger egiziano rinviato a processo per aver scritto testi critici nei confronti delle autorita´ religiose dell´universita´ al-Azhar, del presidente Mubarak e dell´Islam.

Amer, ex studente di al-Azhar, rischia fino a 10 anni di carcere per `diffusione di informazioni lesive dell´ordine pubblico e dannose nei confronti della reputazione del paese´, `incitamento all´odio verso l´Islam´ e `diffamazione del presidente della Repubblica´.

`Il processo di Amer sembra avere lo scopo di mettere in guardia altri blogger che osano criticare il governo o usano i loro blog per diffondere informazioni che le autorita´ considerano una minaccia alla reputazione del paese´ - ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del programma Africa del Nord e Medio Oriente di Amnesty International. `Siamo in una fase molto pericolosa, poiche´ sempre piu´ spesso i blogger egiziani postano informazioni sulle violazioni dei diritti umani nel paese, come la tortura e la violenza della polizia durante le manifestazioni pacifiche´.

Il processo, che riprende oggi, e´ iniziato il 18 gennaio di fronte al tribunale di Maharram Bek, ad Alessandria. Amer e´ stato incriminato per violazione degli articoli 102, 176 e 179 del codice penale. Amnesty International chiede da tempo al governo del Cairo di abolire queste e altre norme che, in violazione degli standard internazionali, prevedono pene detentive per il mero esercizio dei diritti alla liberta´ d´espressione, pensiero, coscienza e religione.

`Consideriamo Karim Amer un prigioniero di coscienza, processato solo per l´espressione pacifica delle sue opinioni sull´Islam e sulle autorita´ religiose di al-Azhar. Per questo, chiediamo il suo immediato e incondizionato rilascio´ - ha precisato Smart.

Amer era gia´ stato in carcere nell´ottobre 2005, per 12 giorni, sempre a causa dei contenuti del suo blog, karam903.blogpot.com. In quell´occasione, aveva postato commenti sull´Islam e sulla violenza religiosa esplosa nel quartiere di Maharram Bek, ad Alessandria, dopo che in una chiesa copta era stato proiettato un video ritenuto anti-islamico.

Alcuni mesi dopo il rilascio, nel marzo 2006, Amer era stato espulso dall´universita´ di al-Azhar per aver usato `espressioni blasfeme´ nei confronti dell´Islam. In seguito, il 7 novembre, sempre su iniziativa delle autorita´ religiose dell´universita´, il pubblico ministero di Maharram Bek aveva ordinato il suo arresto, fino all´apertura del processo. Durante il periodo di detenzione, Amer e´ rimasto in isolamento e ha potuto vedere i suoi familiari solo la settimana scorsa.

Quello di Karim Amer e´ uno dei tanti casi di prigionieri di coscienza incarcerati solo per aver esercitato, attraverso Internet, il diritto alla liberta´ d´espressione. In loro favore, Amnesty International ha lanciato la campagna mondiale irrepressible.info. Nell´ambito di questa campagna, la Sezione Italiana ha diffuso in questi giorni un nuovo rapporto, intitolato `La rete che cattura´, nel quale denuncia tra l´altro la collaborazione di Yahoo!, Microsoft e Google nella repressione del dissenso in Cina.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 1 febbraio 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:Amnesty International Italia - Ufficio stampaTel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

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As John Bradford famously remarked in the mid-1500s while he sat in his cell watching a condemned prisoner going to his execution:

There but for the grace of God go I.

For information in English on the trial of KARIM AMER, an Egytpian blogger, you can go here and here. Please take the time.

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