Cos'è un blog poi?
Si legge spesso che "un blog è come casa mia".
E se invece fosse più una bancarella che si porta nella piazza pubblica il giorno del mercato?
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It's not uncommon to read the idea that "a blog is like my home".
What if it were more like a stall in the market place?
10 Comments:
No, secondo me dipende dai blog: alcuni sono una sottospecie di caffè letterari dove capita di fare strani incontri. Altri sono locali fighetti con la selezione all'ingresso basata su criteri arbitrari (come tutte le selezioni all'ingresso, del resto). Altri sono la cantina svomitazzata dove uno a un certo punto si pentiva di aver organizzato una festa ai tempi del liceo. Altri ancora somigliano a delle biblioteche, dove non c'è scambio di idee ma solo consultazione di materiali e forse è meglio così.
Questo mi sembra il salotto di una casa dove si discorre con un tono nè troppo alto nè troppo basso, magari sorseggiando un po' di buon whisky - quindi non quello schifo di Jack Daniel's che mi tocca bere ogni volta che vado dal mio ex professore a fare l'assistente volontario...:-)
Per me un blog è più vicino a casa propria che ad una bancarella in piazza.
Il blog è un luogo intimo, privato dove uno tiene le proprie cose.
dipende dal tipo di blog e dal tono che vi si decide di tenere (o che ci si trova a tenere, giacché le parole spesso superano le intenzioni perfino dell'autore)
[però la tua definizione è proprio carina!]
Matteo: ma sì, ogni blog rispecchia, a volte più di quanto uno vorrebbe (!!) il suo creatore. I tuoi paragoni sono bellissimi. E la tua conoscenza dei vari tipi di locale è molto interessante - bisogna approfondire! Jack Daniel's? Certo, soffri molto per la tua arte!
Antonio: Il tuo è un blog molto individuale, si vede che è proprio casa tua.
Zu: già, anche se uno magari non decide ma si trova trascinato in una o un'altra direzione. A me per esempio viene nostalgia per quei locali svomitazzati dell'adolescenza che dice Matteo... ma forse non è il caso qui... no eh?.. Ormai alla mia età si apprezza di più la poltrona che il pogo dancing...
Per me il blog è una casa di vetro, in cui sono io a mettere gli oggetti dove voglio ma tutti possono vedere come e dove sono. Non potrei immaginarlo come un salotto riservato, perché allora tanto varrebbe scrivere le cose su word e conservarsele sul computer (una volta lo facevo...). E poi non mi dispiace stare in vetrina, anche se ha ragione Zu, spesso vengono fuori cose che non erano previste.
Però, pero... anche con queste è bello fare i conti, non dobbiamo avere paura di quello che è dentro di noi: il bello fa piacere condividerlo, e il brutto è sempre un peso che si può togleire dal cuore
Sinceramente (anche se la sincerità non sempre paga e spesso rende antipatici) penso che considerare un blog "una casa" o un "posto privato", sia un po' come raccontarsela.
Un blog, per definizione, per struttura, per modalità, per tipologia...non è privato. E' un posto pubblico dove si sceglie di mettere in piazza una propria parte di sé: a volte intima, a volte superficiale, a volte una via di mezzo. Comunque e sempre una scelta di condivisione pubblica.
Credo, infatti, che definire privato un luogo in cui chiunque può accedere, implichi non conoscere il significato di privato.
Una scelta, comunque, e pertanto da rispettare con lo stesso principio del rispetto che si deve a un luogo pubblico: una piazza, un'aiuola, un parrco, eccetera.
Fondamentalmente, quando andiamo in casa di qualcuno tendiamo a rispettarne le regole. Ma questo stesso rispetto, troppo spesso non lo usiamo nei confronti della "cosa pubblica", sebbene ci appartenga in ugual modo e ci costi qualche sacrificio di cui ci ricordiamo - ahimé - solo quando dobbiamo unirci al coro di proteste contro la Finanziaria.
E' in ciò, a mio avviso, la radice della difficoltà a rispettare i blog altrui, unite a quello che definisco "mal di partecipazione".
Si fanno delle scelte. Dal canto mio ho scelto l'opzione del "blog libero". Cerco di mettere a proprio agio tutti e di dare a tutti almeno una risposta, come farei nella vita reale. Ho scelto di essere me stessa con tanto di nome e faccia.
Beh, mi sono dilungata. In sintesi per me i blog sono "pubbliche piazze": s'incontra l'amico/a per il caffé o per l'aperitivo, il conoscente, lo sconosciuto, il pirla, il simpatico, il cafone... Alla fin fine, i blog sono lo specchio della vita reale, violenza e maleducazione compresi.
ciao
Jane, la mia conoscenza dei locali non è poi così approfondita, così come quella dei blog! Se però devo scegliere, preferisco in tutti i casi quelli meno stressanti e incasinati...
Per quanto riguarda il JD, mi va già bene che il professore di cui sopra abbia smesso da anni coi sigari cubani, altrimenti mi sarei dato malato!
Angelo: la casa di vetro è un'analogia che funziona molto bene
Assu: hai ragione - forse con ingenuità ci aspettiamo sui nostri spazi virtuali la stessa cortesia che riceviamo dalla gente invitata ad entrare a casa nostra, quando invece dovremo essere attenti e cauti come lo saremo passeggiando in un luogo pubblico. Non vado in certi posti, evito certa gente e mi denudo soltanto a un certo punto..!
Matteo: i sigari no... sei già assistente volontario, c'è un limite a ciò che si possa chiedere ad un individuo...
Che cosa c'è di troppo individuale nel mio blog?
E' solo per curiosità, non ho intenzione di cambiare lo stile per ora :-)
Antonio: non c'è nulla di "troppo" individuale, solo di individuale, nel senso che si vede che c'è una personalità, un individuo, che scrive liberamente quello che crede, che gli interessa. E' anche per questo che è un bel blog. :-)
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