Sogni, Rose e Giardini
Stanotte l’ho sognato dopo tanto tempo. Sognavo che le mie sorelle portavamo i fiori al mausoleo dove stava la sua bara, sempre pulita e lucida come il primo giorno.
Strano, non giace in un mausoleo, non giace da nessuna parte. Il mausoleo sarebbe stato l’antitesi dell’uomo, un orrore, una violazione dell’anima.
Ho sognato che abbiamo notato che la bara era un po’ aperta. Mi sembrava strano che l’aria profumasse di petali di rosa.
Le mie sorelle volevano vederlo ancora ma io avevo paura e mi sono coperta gli occhi con le mani come i bambini davanti ai film che fanno paura.
- Ma come sta bene! Mia sorella esclama.
Apro una crepa tra qualche dito e guardo le scarpe, che sono esattamente come me le ricordo. Guardo la stoffa dell’abito preferito, quello che ho portato io dalle pompe funebre, ed è esattamente come me la ricordo. Ho paura, ma guardo le mani, e sono ancora fresche e rosee, e l’indice destro è ancora un po’ storto, com’è rimasto dopo essere stato impigliato in una briglia. E allora mi faccio coraggio e guardo.
Sta dormendo e sorride nel sonno. Ha le gote rosse di quando era appena sceso dalla collina. E’ perfetto.
Chiudo gli occhi un momento.
-Guarda! Che bel giardino! L’altra mia sorella.
Guardo, e i bordi della bara sono diventati una balaustra, e guardando giù non si vede il fondo di raso bianco plissettato ma si vede lontano, si vede un enorme giardino pieno di colori, e si vede lui che passeggia su e giù tra i viali colmi di vita, colore, splendore.