Wednesday, April 11, 2007

Saltire


Angus, re dei pitti, sapeva che ormai tutto era perduto.

Non rimaneva che l'ultima speranza, che era anche il primo rifugio dell'uomo che sta per passare da questo mondo al prossimo: la preghiera.

Le battaglie erano state dure e c'erano state forti perdite, nonostante l'alleanza con il popolo scotto di Dalriada. Eochaidh il re amico era affidabile e astuto, ma questa volta sia lui che Angus erano in fuga davanti ai numeri e la forza degli angli della Northumbria e il loro re Athelstan.

Ormai poco più che un avan-gruppo, non più un esercito, erano bloccati da un lato da un fiume inattraversabile senza barche, e su tre lati dalle forze di Athelstan.

Angus, re dei pitti, aprì gli occhi per farsi assorbire un'ultima volta dal cielo rosso, giallo, verde, viola della sua terra all'alba, dai suoi antenati. È duro morire all'alba, momento di inizio, di speranza, momento già futuro scandito in un brevissimo presente.

Lentamente i colori si schiarirono, e l'azzurro di una giornata perfetta intinse ogni cosa dalla collina di Traprain a ovest al mare ad est, dal volcano spento al nord alla brughiera a sud.

Lentamente centinaia di occhi pitti si alzarano e videro ciò che vide il loro re, prima della battaglia già persa.

Angus si inginnochiò.

- Rendo grazie al Signore, rendo grazie a Sant'Andrea e giuro sul casato reale e sul mio onore da re che il mio popolo prenderà come stendardo ora e per sempre il segno della vittoria.


832AD: i due re del nord dell'isola Gran Bretagna, Angus (pitti) e Eochaidh (scotti) sono sotto costante pressione e attacco dalle forze di Athelstan, re degli angli del Northumberland. Messi in fuga durante l'ultimo scontro, i pitti si trovano separati dagli alleati, e circondati dalle forze angli, bloccati dal fiume. Il re Angus sa che non può che fermarsi e combattere, e sa che è già una battaglia perduta.

Prega Sant'Andrea per aiuto e forza, e la mattina prima della battaglia, alzando gli occhi al cielo, vede che le nuvole bianche hanno formato una perfetta croce di Sant'Andrea. Forte del segno di suo protettore, vince la battaglia impossibile, uccide Athelstan, e manda a casa gli angli. Tutto nel paesino ora nominato Athelstaneford.

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5 Comments:

At 10:16 PM , Anonymous Anonymous said...

Belle immagini e bella storia, una leggenda come ce ne sono tante nella nostra storia, a gloria della religione vincente.

Per esempio, Costantino che vede apparire la Croce con la scritta "In hoc signo vinceris"

Però un tempo credevano realmente nella potenza delle divinità locali, ed ognuna di loro era padrona in casa propria, come gli animali quando fiendono il territorio.

Per esempio, nel IX secolo avanti Cristo, il re Mesha di Moab fu assediato nella sua capitale dalle forze congiunte di Israele, Giuda ed Edom (già guerrafondai all'epoca...), ma gli alletai tolsero il campo quando Mesha sacrificò il suo primogenito al dio dei Moabiti Chemosh. Il bello è che gli invasori non adoravano Chemosh, ma ne violavano il territorio e temevano che il loro dio non potesse proteggerli se Chemosh, spinto dal gesto di Mesha, avesse aiutato quest'ultimo...

 
At 10:37 PM , Blogger Bhuidhe said...

Angelo: Simpaticone l'amico Mesha! Comunque siamo rimasti con la bandiera scozzese moderna che vedi ancora nei cieli (grazie al traffico aereo del vicino Malpensa però - non penso di sacrificare mio primogenito al Dio locale, chiunque sia!!)
E comunque da primogenita, avrei un po' da ridire su questo sgradevole costume.

 
At 10:46 AM , Blogger Antonio from Italy said...

Veramente bellissima storia!

 
At 11:20 AM , Blogger Bhuidhe said...

Antonio: carina, vero? Abitavo molto vicino al paesino e così andavo spesso in gita scolastica in quei posti (ho anche dovuto salire la collina di Traprain, che sarebbe il tappo di un antico vulcano, puff pant!)

 
At 7:52 AM , Blogger Unknown said...

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