Poesia sms
IV Concorso Internazionale IL CORTO LETTERARIO E L'ILLUSTRAZIONE
Categorie: racconto breve, illustrazione, poesia sms (una poesia del senso compiuto che elabora un progetto in non più di 160 battute spazi inclusi).
160 BATTUTE
160 battute per parlare di cosa
eravamo
fanno due otto,
due piste eternamente chiuse in sè
senza destinazione
più uno zero.
Ciò che mi hai lasciato.
In fondo bastano.
Tutti i racconti premiati e altre poesie, davvero bellissime, aspettano i loro lettori qui.
Per le illustrazioni purtroppo bisogna arrivare fino a Varese per vedere la mostra.
12 Comments:
Molto bella, Jane.
E' da ieri che ti inseguo per leggerla. :) Ne valeva la pena. Chissà perché l'ho contestualizzata. Forse ho sbagliato perché abbiamo sempre la pretesa di sapere ciò che chi scrive intende e magari, invece, il contesto è un altro, più ampio.
Brava
Solo un appunto: sé e non sè.
OK, ucciderò la mia segretaria. ;-)
Ci penso io. La punirò colpendola con la mia enorme penna rossa.
Ilaria mi ha detto che sono stata odiosa e che potevo evitare l'appunto. E ha aggiunto, giustamente, che la maggior parte degli italiani manco lo sa che sé va accentato.
Sorry
assu (maestrina mode on)
Molto bella la poesia, intensa e piena di significato, secondo me!
Anche carina l'idea di scrivere poesie rimanendo nel limite dei 160 caratteri del SMS.
Mi fa venire in mente quando una trentina di anni fa un quotidiano della mia zona avviò un concorso per cercare colui che poteva scrivere il pangramma più corto. Il record che fu raggiunto fu di 26 lettere e il risultato fu pubblicato con nome e cognome del vincitore.
Io, dopo alcuni giorni di tentativi, riuscii a scriverne uno di sole 25 lettere. Ovviamente non lo spedii al concorso e quindi nessuno sa che probabilmente il record dei pangrammi è il mio ;-)
Una poesia splendida, Jane, e sono contento che sia stata riconosciuta anche dalla giuria.
Nella sua estrema sintesi dice più di molte lunghe spiegazioni, ed una riga è addirittura raggelante.
Complimenti
Ciao, volevo segnalarti che l'iniziativa PRO BENITO ha portato ai primi risultati. Guarda il video. Grazie e a presto.
Assu: non ti preoccupare, le lezioni gratuite di lingua italiana me le piglio. Devo una birra ad Ilaria.
Antonio: ora però vogliamo leggerlo!! Sono d'accordo, mi piaceva molto l'idea di dire qualcosa che avesse un significato compiuto in pochi caratteri. Il signore che ha ideato il concorso ha giustemente dato l'esempio che "mi illumino d'immenso" dice di più di 100 righe. Per me, che sono spesso troppo prolissa, era una sfida.
Angelo: grazie! La cosa interessante, che mi ha detto giustemente Assu al telefono, è che sono spesso le cose negative che ci portano a fissare in parole un momento o una sensazione. E' più difficile farlo con la felicità, perché come dice lei, siamo troppo occupati ad essere felici.
Morgan: credo che siamo noi a dover ringraziare te.
Brava, Jane! Come è andata la presentazione di domenica scorsa?
Assu, come sempre, ha ragione. Infatti "La sofferenza è il prezzo del sapere " e se lo diceva già Eschilo nel 458 a.C - lo stesso periodo, se ci pensi bene, in cui fiorivano anche Buddha e Mahavira (il fondatore del giainismo) - un motivo ci sarà.
Il fatto è che il dolore attiva negli esseri umani risorse incredibili, e li rende capaci di fare cose assolutamente straordinarie. E' una esperienza comune, e il segreto per essere veramente felici è riuscire a trovare la strada per possedere sempre queste risorse. In questo modo la felicità dipenderà da noi stessi, non dalle cose che ci succedono
Matteo: inattesa! Un paio di centinaia di persona, lettura della poesia da un attore, poi da me (a memoria, mi tremava troppo la mano per vedere il foglio), fotografi che facevano flash, giornalista che chiedeva lo spelling di mio nome ecc ecc. Non la saletta con me e altre due persone che mi aspettavo! Ero abbastanza terrorizzata. L'assegno mi ha rincuorato però! Ho conosciuto delle persone molto carine e in gamba.
Angelo: c'è un'altra cosa: la sofferenza fa godere mille volte di più le cose belle.
Chissà in quale cassetto è finito quel pezzo di carta... a patto che ancora ci sia... Ti dico che avevo sì e no una dozzina d'anni... fai un po' te :-)
Peccato, vero?
Antonio: è davvero un peccato! Chissà poi la soddisfazione a 12 anni! Ci vuole un po' di fiducia in se stessi. Stavo per buttare via quella robina! :-)
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