libri
Come i tanti (e credo ancora siano in tanti) amanti dei libri - e intendo amanti, che amano anche toccare, strofinare, girare tra le mani, annusare il libro, che si godano il tipo di carta, persino il tipo di bianco della carta, il profumo della colla (quella migliore si trova nei tascabili della casa britannica Penguin), la larghezza dei margini, l'equilibrio tra il bianco e il nero, che chiudono gli occhi e sentono il peso del volume in mano - parto sempre dal presupposto che il libro è un mondo, una porta, una finestra, un cancello, un occhio, un orecchio, una bocca, una mano, un naso, un cuore. E quindi se mi emoziona quel mondo durante e dopo la lettura, quello che mi emoziona prima è l'anticipazione dell'emozione.
guardare gli arrivi per vedere se è atterrato l'aereo, tra pochi minuti aprono le porte automatiche e arriverà, e ci sarà il primo abbraccio dopo tanto
gli ultimi gradini prima di arrivare alla porta
il campanello, tra un paio di minuti le loro faccine e tutto va a posto
il giro della chiave, il primo rumore del motore, la strada tutta davanti
Ogni tanto arriva un libro che è diverso. L'ultimo dell'anno scorso (1), il primo di quest'anno (2).
(1) Il libro dono: condividere. Un libro del tutto inatteso, denso e ricco in ogni suo segno grafico, un libro dove tutto serve e neanche una virgola è sprecato. Chi sa scegliere e donare un libro così lascia sempre qualcosa di se stesso tra le pagine, come un fiorellino da campo cusodito lì.
(2) Il libro passaggio: trasmettere. Oggi la mia amica mi ha prestato un libro già in prestito: un atto di doppia fiducia. Il fluido delle parole di Irène Némirovsky ha trovato un canale libero e senza ostacoli, e io ancora prima di averle lette tutte cerco di trasmetterle anch'io e non diventare la diga che le ferma. Questo libro lo tengo tra le mani con reverenza, tengo tra le mani un scrigno più di un libro.
Irène Némirovsky, che allo scappare davanti all'arrivo dei nazisti, come aveva già fatto dai rivoluzionari russi nell'ottobre del 1917 aveva preferito consegnare alla carta tutte le parole possibili in un breve arco di tempo, condensare tutto suo essere in pochi mesi piuttosto che diluire ancora tanti anni di vita nel tempo a venire.
L'emozione è tanta quando F, che invece è scappata per gli stessi motivi ma ha lasciato gran parte del suo cuore in un incubo polacco, mi mette tra le mani il libro, come ha fatto G, altra Soppravissuta della Storia, con lei. E' un passaggio, non un prestito, non si passa con una mano, non si lascia sul tavolo. Si passa con due mani e si prende tra due mani.
Le due ultime lettere di Irène Némirovsky
Tolone S/Arroux 13 luglio 1942 ore 5
Amore mio, al momento mi trovo alla gendarmeria dove ho mangiato un pò di ribes aspettando che mi vengano a prendere. Soprattutto stai tranquillo, sono certa che non sarà una faccenda lunga. Ho pensato che ci si potrebbe rivolgere anche a Caillaux e al reverendo Dimnet. Che ne pensi?
Copro di baci le mie bambine adorate, e che la mia Denise faccia sempre la brava... Ti stringo forte sul cuore insieme con Babet, che il buon Dio vi protegga. Quanto a me, mi sento calma e forte.
Se poteste mandarmi qualcosa, credo che il secondo paio di occhiali sia rimasto nell'altra valigia (nel portafoglio). Anche libri per favore, e se è possibile un pò di burro salato. Arrivederci amore mio!
Giovedì mattina - luglio '42 - Pithiviers
Mio amato, mie piccole adorate, credo che partiamo oggi. Coraggio e speranza. Siete nel mio cuore, miei diletti. Che Dio ci aiuti tutti.
dalle lettere del marito, Michel Epstein:
6 agosto, 1942
(a André Sabatier)
... Continuo a non aver notizie di mia moglie. E' dura. .....
9 agosto, 1942
(a André Sabatier)
... non ho neppure la consolazione di poter agire. Non riesco più né a dormire nè a mangiare...
infine
24 dicembre, 1945
W. Tideman a Irène Némirovsky
Sono un giornalista di un quotidiano di Leida (Olanda) al quale ho proposto la traduzione di un romanzo o un racconto francese da pubblicare come feuilleton.... E ho pensato a lei, benché di lei conosca solo i romanzi.
29 dicembre, 1945
Risposta di Albin Michel a W. Tideman
Ho preso conoscenza della lettera indirizzata a I. Nèmirovsky presso la mia casa editrice, non potendo ahimé trasmetterla alla sua destinataria.
La signora Némirovsky, infatti, è stata arrestata nel luglio 1942 e poi, pare, deportata in Polonia. Dal giorno del suo arresto nessuno ha più saputo niente di lei.
DEDICA:
"Sulle tracce di mia madre e di mio padre, per mia sorella Elisabeth Gille, per i miei figli e i miei nipoti, questa Memoria da trasmettere, e per tutti quelli che hanno conosciuto e ancora oggi conoscono il dramma dell'intolleranza".
Denise Epstein
Irène Némirovsky, Suite Francese
A cura di: Denise Epstein e Olivier Rubinstein
Traduzione di: Laura Frausin Guarino
Adelphi Edizioni, 2005
Quando ogni commento non fa che impoverire.
1 Comments:
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