Sunday, May 27, 2007

Penelope è partita, Penelope è tornata

Come stavo dicendo ad un amico ieri sera, a noi britannici viene instillato insieme al latte materno (o in polvere, fa lo stesso, io sono venuta su con il secondo) che la vanteria personale è una vergogna alquanto più grave dello scippo con aggressione a nonnine disabili che vivono con la pensione del gatto. E' quindi con una certa difficoltà che scrivo che sono molto contenta perché ieri ho vinto il terzo premio in un concorso per racconti brevi. Ma siccome questo è il mio blog e voi siete i miei amici, echecavolo, lo faccio!

Il tema del concorso, dell'Auser, era "Penelope è partita", storie di donne e migrazione. Dal momento che vengo da una lunga serie di donne emigrate, ho pensato che qualcosa potevo anche dirlo, così ho scritto questo racconto.

Scriverlo significava andare a ripescare momenti di grande dolore, anche non raccontati, e dopo ho dovuto andare a farmi una lunga passeggiata nel bosco da sola come decompressione. Cercare le voci di mia nonna e mia madre, la mia e di mia figlia non è stato facile ma dopo il dolore è arrivato il sole. Non credo che il risultato valga molto, ma il processo sì.

Alla premiazione hanno fatto delle rappresentazioni "teatrali" dei racconti premiati, e credo sia stata una delle esperienze più forti della mia vita sentire delle bravissime attrici "essere" mia nonna (lì mi sono messa a piangere, grave pericolo di imbarazzanti e poco britannici singhiozzi), mia madre (proprio lei, quarant'anni fa), io (surreale) e mia figlia (stupenda attrice, i miei figli più grandi che erano con me si sono messi a ridere di pancia dicendo "ma è proprio lei!!"). Il premio è stato un grande onore, ma quella rappresentazione è stato il premio più grande.

La cosa in sè è stata più che altro sorprendente, del tipo "siete sicuri che intendete me? Non è che vi confondete con qualcun'altro?" - soprattutto per la qualità e l'intensità di tanti dei racconti. Una selezione sarà messa sul loro sito, e ve la segnalarò appena è pronta, perché da questo concorso è venuta fuori una serie di voci e di esperienze profonde e profondamente toccanti, assolutamente da ascoltare. Due cento persone che cercano il fazzoletto durante il racconto della giovane signora che ha visto cose inguardabili in Sierra Leone. Mi sono vergognata.

Bellissima e molto apprezzata la solida e sensibilissima partecipazione di uomini (per più di un terzo dei racconti, anche loro tra i premiati).

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Saturday, May 26, 2007

Antropologando


Rubrica occasionale che esplora i modi, costumi e credenze dei popoli nel mondo

La TV britannica, farcita di serie comiche in cui gli inglesi si divertono a prendersi per il culo alla grande, offre ricchi spunti per meglio capire questo diffuso sport nazionale.

Uno dei più grandi (mai perso una puntata) era Dad's Army, che seguiva le roccambolesche avventure di un gruppetto di soldati del Home Guard, cioè quel finto esercito formato dai troppo vecchi, troppi giovani, troppo deboli, troppo tutto per essere chiamati alle arme durante la Seconda Guerra Mondiale.

Personaggi: Captain Mainwaring, piccolo e rotondo, supponente e arrogante direttore di banca profondamente borghese la cui normalmente incrollabile fiducia in sè viene eternamente minata dalla presenza del Sergeant Wilson, dolce, innocuo, vago, aristocratico, ottima educazione nelle migliori scuole. Poi: Lance Corporal Jones, il macellaio patriota che si ispira alle sue esperienze durante la Guerra Boer in Sud Africa alla fine del '800; Private Fraser, lo scozzese pessimista che vede la fine dietro ogni angolo e se la gusta pure; Private Walker, che ha sempre una valigetta con dei collant o del sapone da vendere, il furbetto per eccellenza (si vede perché ha i baffi di Clark Gable); Private Godfrey, che ha almeno 105 anni, una sorella, e adora i tramezzini al cetriolo, Private Pike che non può uscire di casa senza la sciarpa di lana e se la prende per ogni cosa, la cui madre si intende con Wilson.

Una guerra fatta al riparo dagli orrori, dove i veri nemici sono il vicar (il prete) che non vuole prestare l'oratorio al Home Guard per le esercitazioni, e il Warden (Guardiano Notturno) che ne contesta l'autorità superiore e non perde mai l'occasione di una sgambetta. Una guerra fatta di improbabili eroi mancati convinti che in qualsiasi momento un sottomarino con a bordo Hitler in persona si troverà improvvisamente nelle acque sotto la loro tranquilla cittadina marina, e toccherà a loro il compito di salvare il mondo.

Eventualmente prima del tè (con tramezzini di cetriolo).

Sunday, May 20, 2007

Camera con Vista


Avendo investito il mio euro e mezzo in una copia cartacea di Grazia (per motivi già spiegati) ho deciso che sarebbe il caso anche di sfogliare la pubblicazione.

Sono rimasta colpita a pagina 34 dalla visione di due seni dal diametro di 1,80m. Caspita mi dico. Leggo che questi immensi attributi mammarie sono il lavoro dell'artista cinese Shu Yong, che vuole così alzare la voce, e denunciare la crescente tendenza nel suo paese di rifarsi il seno con la chirurgia plastica, tendenza che poco avrebbe a che fare con la tradizionale cultura cinese.
I seni sono, infatti, attaccati ad un corpo di donna grande, pare, quanto una Barbie.
E questo mi ha ricordato una splendida installazione vista poco fa alla mostra "Camera con vista - Arte e interni in Italia dal 1900 al 2000" a Milano.
Stanza per stanza, la mostra ci conduce attraverso dieci decenni di design italiano, e proprio alla fine incontriamo l'installazione "a piedi pari" (e se qualcuno riesce a trovarmi il nome dell'artista lo pubblico più che volontieri): consiste in una "statua" assolutamente reale al punto di sembrare una donna coperta di fango grigio, che in piedi, aprendosi con le mani come avesse un attributo maschile, fa la pipì. Un circuito elettrico fa sì che dell'acqua esce continuamente a fontana, descrive un perfetto arco di più o meno un metro di lunghezza e va a finire in un secchio.
Un altro strato di ironia, impregnato di umorismo quanto l'installazione, (e forse imprevisto dall'artista ma senz'altro gradito), è la regolare necessità di ripulire le gocce di acqua che non arrivano fino al secchio, per non fare scivolare i visitatori.
E quindi l'installazione viene regolarmente ravvivato dal custode (maschile) che si mette in ginocchia con straccio a pulire il pavimento dove piscia la signora.
Un'immagine vale mille parole...
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Having invested the sum of one euro fifty in a copy of the Italian magazine for women Grazia so I could enjoy a friend's article, I decided it was time to perhaps actually read the rest of it.
I was somewhat struck at page 34 by the sight of two enormous breasts, 1.80m in diameter. Heavens above, I said to myself. I then found out that these immense mammary appendages are the work of Chinese artist Shu Yong, who hopes thus to raise awareness of the growing tendency in her country to resort to plastic surgery for breast enlargements. Something that has little to do with traditional Chinese culture.
The breasts are, in fact, attached to a miniscule female body, about the size of Barbie.
And this brought to mind the wonderful installation I saw not long ago at the exhibition of Italian furniture design on show at the Palazzo Reale in Milan.

Room by room we move through ten decades of Italian design, and almost at the end we find the installation "on an equal footing" which consists of a totally lifelike "statue" of a woman (looks like a real woman covered in grey mud) on her feet, opening herself with the stance of a man, taking a pee. An electric circuit keeps a steady jet of water sent fountain-style into a bucket at about a metre's distance.
Another layer of irony, as humorous as the installation (and probably as unforeseen as welcomed by the artist) is the need to mop up a little at regular intervals so that visitors don't slip on the drops that don't make the bucket.
And so the installation "pageant" is regularly enlivened by the custodian (a man) who gets down on his knees with a cloth to clean up while the lady continues to pee contentedly.
A picture paints a thousand words...

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Saturday, May 19, 2007

Antropologando ndb

Nota di Bhuidhe:
la bizzarra e improvvisa mancanza di un tasto "commento" in fondo al post "Antropologando" non è da attribuire nè ad una mia mancanza di desiderio di riceverne (altroché!) nè, siamo seri, ad un losco complotto della Questura di censurare me o voi, bensì ad un problema tecnico che la redazione (cioè io) risolverà appena tecnicamente possibile (cioè appena qualcuno di voi mi dice che cavolo sia successo!)

Antropologando

Rubrica occasionale che esplora i modi, costumi e credenze dei popoli nel mondo.



Buone notizie per la celta sperduta in Padania - ora potrà tranquillamente perdere la sua piccola azzurra carta di soggiorno, ottenuta con tante fatiche dopo una serie di permessi di soggiorno di diverse durate (da 6 mesi a 5 anni, a secondo l'umore del poliziotto quel giorno).

Cito, con soddisfazione, la nuova legislazione (quella vecchia era comunque illegale e costava cifre ogni anno in multe all'UE pagate da voi italiani con le vostre tasse, e vorrei specificare che ogni singolo cittadino italiano che ha sentito i miei racconti, di qualsiasi colore politico, sociale, religioso ecc sia, si è sempre indignato - ritengo la vecchia legislazione e i trattamenti ricevuti, delle aberazioni che non rispecchiano gli italiani):

Per soggiorni superiori a 3 mesi obbligatoria l'iscrizione anagrafica. Dal 1 gennaio 2007, i cittadini europei che vogliono stabilirsi in Italia, o in un altro Stato dell'Unione Europea, non hanno più l'obbligo di chiedere la carta di soggiorno. Dall'11 aprile 2007, entrano in vigore le nuove disposizioni in materia di soggiorno dei cittadini dell'Unione Europea e dei loro familiari contenute nel decreto legislativo 6 febbraio 2007 n. 30 che attua la direttiva europea 2004/38/CE sul "diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri", pubblicato sulla G.U. n. 72 del 27 marzo 2007.

Addio lunghe code alla Questura, con i poliziotti che fanno spintoni ai "negri" e dicono di tutti i colori su di loro perché "non ci capiscono nulla" (come mio amico senegalese, fluente in 5 lingue). Dove l'ultima volta che sono uscita, documenti in mano, due tizi decisamente loschi mi hanno bloccata contro una parete intimandomi di darli i miei documenti che "ci pensavano loro a sistemarmi"; il poliziotto ad UN METRO di distanza con le spalle girate evidentemente riteneva soddisfacente la bustarella della giornata.

Ovviamente il problema della gestione della burocrazia per gli immigrati extracommunitari rimane un incubo per tutti.

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An occasional column which explores the culture, customs, and beliefs of peoples around the world.

Good news for the lost Celt - now she can finally lose her small, pale blue permament permit to stay in Italy, a trophy won after a tiring seried of temporary permits with various time limits (from 6 months to 5 years, depending on how the police officer felt at that moment).

With great satisfaction I quote the new legislation (the old stuff was illegal anyway, and cost heaps of money in fines to the EU, paid obviously by Italian taxpayers - and while we're at it, I'd like to say that every single Italian I have spoken about this to, of whatever political, social or religious bent, has always been horrified; the previous legislation does not reflect the ideas of the Italians I know):

For stays over 3 months in length, it is obligatory to register at the Anagrafe. From 1st January, 2007, European citizens wishing to settle in Italy or in another Member State of the UE, are no longer obliged to request a permit to stay. From 11th April 2007, new decrees will be in place regarding stays by European citizens and their families as specified in Decree no.30 of 6th February 2007 which validates the European Directive 2004/38/CE on "the right of European citizens and their families to circulate and stay freely in the territories of Member States" published U.G no.72, 27th March, 2007.

Farewell interminable queues at the Questura, with the police pushing the "niggers" around, and saying unutterable things about them since "they don't understand anything anyway" (just like my friend from Senegal, who is fluent in % languages). That lovely place where the last time I stepped out of it, clutching my papers, two decidedly dodgy blokes got me blocked against a wall, asked me for my documents and told me to hand them over because "they'd take care of me". The policeman ONE METRE away with his back turned evidently felt he'd been tipped adequately that day.

The problem of how to deal with the bureaucracy for non EU citizens remains a nightmare for all concerned.

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Wednesday, May 16, 2007

100 Links

È sempre un piacere poter segnalare le pubblicazioni di un amico (mi sento importante) e quindi ringrazio Zu per avermi dato questo piacere pubblicando su Grazia (in edicola oggi, p.200, gli oroscopi sono alla pagina penultima) un articolo presentando un libretto di 100 link imperdibili scelti e recensiti da lui, che invece esce la settimana prossima.

Mi ha anticipato che né questo blog né questo sito saranno tra i 100 link.

Me lo pagherà.

Tuesday, May 15, 2007

Qualche Domanda

Dopo le dichiarazioni del Papa in Brasile e la strenua difesa della famiglia tradizionale con il supporto dato al Family Day, forse il Papa Joseph Ratzinger vorrebbe darci qualche spiegazione su un altro documento pertinente ai bambini da lui applicato per conto del Vaticano per almeno 20 anni.

Il Crimen Sollicitationis è un documento scritto un Latino nel 1962, e distribuito ai vescovi nel mondo con l'ordine di tenerlo chiuso a chiave. Da degli ordini sul comportamento da adottare nei casi di preti accusati di aver abusato sessualmente dei bambini. Il documento è stato per tanti anni custodito in gran segreto per arrivare all'attenzione del mondo nel 2001 dopo una lettera dell'allora Cardinale Joseph Ratzinger ai vescovi.

Tra gli ordini, quello di imporre il silenzio al bambino abusato, pena la scommunica. Oltre al prete accusato e ad eventuali testimoni.

Numerosi tentativi di avere una dichiarazione dal Vaticano in merito sono sempre stati accolti con un muro di silenzio totale.

In qualsiasi momento il Papa è libero di ritirare il documento, e cambiare la linea della Chiesa verso una totale e trasparente collaborazione con le forze dell'ordine e i legali dei minori muovano l'accusa. In qualsiasi momento il Papa è libero di ritirare la minaccia di punizione fatta a qualsiasi minore tenta pubblicamente di ottenere giustizia contro un criminale che ha commesso un reato nei suoi confronti. Quando vuole.
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After the declarations made by the Pope in Brasil and the hefty defence of the traditional family and support of the Family Day by the Vatican, perhaps Pope Ratzinger would like to offer a few explanations regarding a document which affects the Church's dealings with certain children, enforced by him as Cardinal for 20 years.

Crimen Sollicitationis is a document written in Latin in 1962 and sent to Bishops around the world with the order to keep it locked up in their safes. It gives orders on the procedure to adopt in cases of accusations against the clergy of child abuse. The document remained secret for many years before being leaked after a 2001 letter from Cardinal Ratzinger to the Bishops.

Among the instructions it gives is that of imposing silence on the abused child, on pain of excommunication. This also applies to the accused priest and to any witnesses.

Numerous attempts to obtain a declaration from the Vatican regarding this document have all met with stony silence.

At any moment the Pope is free to withdraw the document, and change the Church's line to one of total transparency and collaboration with the police and the lawyers of the minor making the accusation. At any moment the Pope is free to withdraw the threats made to minors attempting to gain public justice against criminals who have committed a crime against them. At any moment whatsoever.

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Monday, May 14, 2007

Antropologando


Rubrica occasionale (modo elegante per dire che non mi ricorderò mai di scrivere un secondo posto su quest'argomento) che esplora i modi, costumi e credenze dei popoli nel mondo.

Questa settimana mi è capitato di leggere (ero a corto di materiale) il depliant per una carta di credito rilasciata dalla nota compagnia irlandese di voli low cost Ryan Air.
Inclusa nel pacchetto è un'asscurazione contro evenimenti gravi, per esempio:

incidente grave, decesso, licenziamento.


Gli irlandesi hanno sempre occupato un posto speciale nel mio cuore celtico, e questo crescendo che vede la perdita del proprio lavoro come alquanto più problematica della morte (e in effetti se ci pensi...) me li rende ancora più simpatici.

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An occasional column (an elegant way of saying I'll never get round to writing a second one) which explores the culture, customs, and beliefs of peoples around the world.


This week I happened to read a brochure for a credit card released by the wellknown Irish low cost airline Ryan Air (I had little reading material in the near vicinity).


Included in the offer was an insurance against serious mishaps, such as:

serious accident, death, job loss.


I've always had a soft spot in my Celtic heart for the Irish, and this crescendo of gravity which considers the loss of one's employment as somewhat graver than one's definitive demise (well if you think about it...) makes me all the fonder.

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Saturday, May 12, 2007

Connessioni

Tante, strane e belle in queste settimane.
Due settimane fa vado ad una cena senegalese (ottima) parlo con una gentilissima signora, e le racconto di un politico di un piccolo Comune dalle mie parti, pensando che è un tipo che piacerebbe a lei.

Vengo a sapere che è suo fratello. L'intelligenza acuta è di casa.

Una settimana dopo vengo apostrofata da un signore gentilissimo (pure lui politico di un piccolo Comune dalle mie parti) con le parole: "Allora Calamity, hai conosciuto mio fratello!"

Vengo a sapere che ho appena fatto una settimana di Pedibus per la scuola con suo fratello che mi ha battezzato Calamity (per qualche motivo gli ricordo la nota pistoliera nonché psicopatica Calamity Jane). La simpatia è di casa.

Ieri sera vado alla presentazione di un piccolo grande libro (non ci sono tracce su Internet) con piccoli grandi testi di non oltre 10 righe per pagina e piccoli grandi acquerelli (gli originali misurano 10x15) in una piccola grande biblioteca di un piccolo grande paesino.

Vengo a sapere che la pittrice è sorella di una mia studentessa di 17 anni fa. La genialità (nonché risata cosmica) è di casa.

Tutte queste connessioni sono culminate con una bellissima e inattesa connessione: ciò che doveva essere una presentazione è diventata, per gli autori stracoinvolgenti e il piccolo grande pubblico (eravamo in 10), una chiacchierata tra di noi. E dato che il libro è nato dopo una lunga depressione dell'autore, l'argomento era "la felicità".

Oh no, direte voi, una pallosa serata di pretenziosa filosofia paesana del cavolo in una bibliotecuccia iper-provinciale.

Eh no, dico io, umorisimo, risate, realismo.

Le conclusioni, che potete confermare o rifiutare:

- la felicità non sta nel macrocosmo ma nel microcosmo. Sta nelle piccole cose, i dettagli.

- la felicità ha bisogno di una connessione, un rapporto, l'altro: il mio nome non mi serve se nessuno lo usa; il mio nome non suona mai bene sulle mie labbra come sulle labbre dell'altro.

Quello che mi ha fatto chiedere alla pittrice se conosceva o forse era parente della Signora M.A. era la risata, una risata alla faccia dell'universo. L'ultima volta che l'ho sentita era quando la Signora M.A., antropologa specializzata nei paesi degli Himalaya, è arrivata a lezione annunciando che l'intero suo libro, quasi finito, era andato perso per una malfunzione del suo computer.

Io a quel punto sarei già stata recuperata dall'unità mobile dei servizi d'emergenza del reparto psichiatrico per un urgente ricovero coatto.

Lei ha fatto quella risata cosmica e ha detto:

- cosa vuoi, lo scriverò meglio la seconda volta.
PS Ho scoperto che l'autore del libro, Don Rinaldo Venturini, fa parte dei City Angels di Varese, gruppo di cui fa parte Morgan a Roma, che di connessioni ne sa qualcosa, e per coincidenza tra le sue tante notizie sul lavoro che svolge per i senzatetti della capitale, proprio oggi ha scritto, indovinate, di connessioni, di affinità, di rapporto. La pittrice autore degli acquerelli è l'Architetto Maria Grazia Sironi, il titolo del libro "Tutti alla Festa".
E potevo mancare IO alla presentazione di un libro con codesto titolo?

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Wednesday, May 09, 2007

La testa che vorrei

La seguente lettera è stata spedita ad un direttore di banca da una signora di 98 anni in Inghilterra. Il direttore l'ha fatta pubblicare su The Times.
La traduzione è mia e sarò lieta di coriggere eventuali orrori.

Egr. Direttore,
Le scrivo per ringraziarLa per aver rifiutato l'assegno con cui ho tentato di pagare il mio idraulico il mese scorso. Calcolo che devono essere passati almeno tre "nanosecondi" tra il suo presentarsi allo sportello della banca con l'assegno e l'accredito sul mio conto della somma necessaria per pagarlo. Mi riferisco, ovviamente, al versamento mensile automatico della mia pensione, un accordo, lo ammetto, che abbiamo da soli otto anni. È lodevole il suo immediato sfruttamento di una tale opportunità così breve, e il suo guadagno delle £30 addebitate sul mio conto come sanzione per l'inconvenienza causata alla sua banca.
La mia gratitudine è per il modo in cui l'accaduto mi ha fatto ripensare la mia così erronea gestione finanziaria personale.
Noto che mentre io rispondo sempre di persona alle Sue telefonate e lettere, quando tento di contattare Lei, mi trovo a dover affrontare l'impersonale, carissima, pre-registrata, anonima entità che è diventata la sua banca. Da ora in poi io, come Lei, sceglo di trattare unicamente con una persona in carne e ossa.
I miei pagamenti per il mutuo e i prestiti non saranno più fatti in automatico, ma arriveranno alla Sua banca in forma di assegno, indirizzato personalmente e in confidenza ad un impiegato della Sua banca che Lei deve nominare. Si ricordi che per la Legge Postale è un reato per qualsiasi altra persona aprire una busta recando queste scritte. La prego di trovare allegato il Modulo Richiesta Dati Contatto che deve essere completato dall'impiegato da Lei nominato. Mi rincresce che arrivi ad otto pagine, ma per asscicurarmi che conosco del suo impiegato quanto la Sua banca sa di me, non ho alternativa. Si ricordi inoltre che ogni certificato medico debba essere controfirmato da un legale, e i dettagli obbligatori della sua situazione finanziaria (stipendio, debiti, beni ed impegni economici) debbano essere accompagnati da prove documentate.
In seguito, communicherò a Suo impiegato un codice PIN che lui/lei deve citare in ogni circostanza mi contatti. Mi rincresce che non può essere più breve di 28 cifre, ma ancora una volta mi sono ispirata da voi, scegliendo il numero di tasti che devo premere per avere accesso al saldo del mio conto corrente usando il servizio telefonico della Sua banca.
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The following letter was sent to a bank manager by a lady of 98.
He had it published in The Times.

Dear Sir,
I am writing to thank you for bouncing my cheque with which I endeavoured to pay my plumber last month. By my calculations, three 'nanoseconds' must Have elapsed between his presenting the cheque and the arrival in my account of the funds needed to honour it. I refer, of course, to the automatic monthly deposit of my Pension, an arrangement which, I admit, has been in place For only eight years. You are to be commended for seizing that brief window of opportunity, and also for debiting my account £30 by way of penalty for the inconvenience caused to your bank.
My thankfulness springs from the manner in which this incident has caused me to rethink my errant financial ways.
I noticed that whereas I personally attend to your telephone calls and letters, when I try to contact you, I am confronted by the impersonal, overcharging, pre-recorded, faceless entity which your bank has become. From now on, I, like you, choose only to deal with a flesh-and-blood person.
My mortgage and loan payments will therefore and hereafter no longer be automatic, but will arrive at your bank by cheque, addressed personally and confidentially to an employee at your bank whom you must nominate. Be aware that it is an offence under the Postal Act for any other person to open such an envelope. Please find attached an Application Contact Status which I require your chosen employee to complete. I am sorry it runs to eight pages, but in order that I know as much about him or her as your bank knows about me, there is no alternative. Please note that all copies of his or her medical history must be countersigned by a Solicitor, and the mandatory details of his / her financial situation (income, debts, assets and liabilities) must be accompanied by documented proof.
In due course, I will issue your employee with a PIN number which he /she must quote in dealings with me. I regret that it cannot be shorter than 28 digits but, again, I have modeled it on the number of button presses required of me to access my account balance on your phone bank service.

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Saturday, May 05, 2007

Screensaver



Gira un altro giochino: esporsi. O meglio, far vedere publicamente il proprio screensaver.

Io per una profonda vergogna casalinga mi rifiuto di farvi vedere il mio schermo, con miliardi di documenti pigramente salvati lì perché non avevo voglio di creare un altro folder. Sarebbe come invitare la gente in casa quando hai il bucato sporco per terra. Ma per carità!

Vi faccio vedere comunque più che volontieri la foto che c'è sul mio schermo. L'ho fatta a marzo all'Azienda Agricola Pasqué dove passo metà della mia vita. Porto qualsiasi lavoro portatile che ho (letture, valutazioni) e me ne vado lì.

Presto vi darò l'indirizzo del nuovo sito della fattoria, scritto da una scozzese che fa praticamente parte dell'arredamento. (Ho fatto correggere l'italiano però, cosa credete!).

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A new game is doing the rounds: expose oneself. Or more accurately, show off one's screensaver.

Out of a profound sense of shame I categorically refuse to show my screen, with its thousands of documents saved on it because I was too lazy to put them in a folder. That would be like inviting someone into my house with the dirty washing lying about. You must be joking!

I'm very happy however to show you the photo on my screen. I took it in March at the Azienda Agricola Pasqué where I spend half my life. I take whatever portable work I have in hand (reading, marking) and off I go.

Coming soon, the farm's website, written by a Scottish person who is practically part of the furniture. (I had the Italian corrected before you protest).

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Scotland the Brave (Grattacapo 2)


Dopo le elezioni scozzesi la Celt sperduta si sta di nuovo grattando il capo.
Prima di tutto il caos organizzato che ha lasciato fino a 100,000 schede (intorno al 5% del totale) invalidate. Il nuovo Governo propone un indagine. Ci credo bene!
La prima, storica vittoria dei nazionalisti (SNP) con loro storico leader Alex Salmond, porta ad una svolta importantissima nel panorama scozzese. Svolta che è anche un gran grattacapo per tutti gli scozzesi (non è una bufera di neve sopra la Scandinavia, è la forfora scozzese da tutto questo grattare) - avendo vinto 47 seggi contro i 46 dei laburisti, Salmond ora deve trovare alleati per formare una coalizione. Ma il problema è che nessuno, conservatori, laburisti, liberaldemocratici, verdi, independenti (a parte forse Margo MacDonald, donna formidabile che dimostra 45 anni dagli ultimi 30 anni, scissa dal partito nazionalista) ne vuol sapere. Che fare?
La Scozia è da sempre un paese che offre ben poco ai partiti di destra (a parte un numero spropositato di politici di grande capacità, emergenti dalle sue classi medie-alte). Per storia e cultura, è un paese che si colloca strenuamente a sinistra, in tutte le sue varie forme. Se andate a chiedere notizie ad un sindacalista a Portsmouth (costa sud dell'Inghilterra ndj) questo vi risponderà con accento scozzese. C'è una sinistra industrialista nata nel '800, una delle culle del socialismo europeo; Gramsci era di casa e veniva a presenziare sulle tribune scozzesi insieme a figure come John MacLean, grande pioniere, stimato da Lenin, che tra altre cose è riuscito nonostante la sua umile nascita da figlio da un lavoratore al cantierie navale a tradurre le opere di Gramsci in inglese. (Funerale di MacLean). C'è una sinistra intellettuale nata nei salotti di Edinburgo, nelle università. E c'è una sinistra culturale che non sapeva di esserlo finché qualcuno non ha inventato la politica e gli ha appicciato sopra l'etichetta "gente di sinistra" - un fatto culturale che deriva da oltre un millennio di organizzazione sociale celtico.
Ierarchico sì, ma senza l'automatica eredità di una corona - fino al medioevo si discuteva in assemblea il successore più idoneo. Oligarchia, ma nessuno moriva per aver protestato. Dal medioevo in poi nessun re morirà tranquillo nel suo letto - chi pensa di farcela senza il consenso collettivo paga il prezzo. L'organizzazione è collettiva, il clan, il bene del gruppo prima del bene proprio, una specie di welfare state. Una mentalità che difficilmente si troverà nel liberal-capitalismo della Rivoluzione Industriale. La Chiesa dal '500 in poi prende una forma che base ogni cosa sul dibattito: la forma presbiteriana permette ai litigiosi scozzesi, che per nulla al mondo rinunciano alla possibilità di un bellissimo, succulente, dibattito, di discutere persino in Chiesa (eleggendo il Capo una volta all'anno). L'educazione, da sempre più avvanzata e più largamente partecipata in Scozia che in Inghilterra, nonostante la più pesante povertà. Le scuole gratuite presso la parocchia hanno assicurato che dal '700 in poi gli scozzesi erano il popolo con minor analfabetismo d'Europa: nel 1800 9 medici su 10 in Gran Bretagna uscivano dalle numerose unversità scozzesi (più socialmente aperte di quelle inglesi, chiuse ad un élite sociale).
E quindi la vera battaglia in Scozia non è mai stata quella di destra contro sinistra. La destra sa che non vincerà mai una maggioranza in Scozia e non ci prova nemmeno. La battaglia è tra la sinistra e i nazionalisti. Finora c'è sempre stata vittoria per i Laburisti, che nemmeno tanti anni fa vincevano quasi ogni seggio in Scozia.
Quindi il grattacapo è: ma hanno vinto i Nazionalisti o hanno perso i Laburisti di Tony Blair (che ha subito perdite dappertutto)? I Nazionalisti VERAMENTE riuscieranno a guidare, ad esattamente 300 anni dall'Unione dei Parlamenti (1707) la Scozia verso totale independenza? La Scozia ha un cuore independente, ma ha anche le risorse economiche? Turismo e petrolio (che finirà prima o poi) bastano per sostenere l'inevitabile apparato burocratico che ci vuole per governare 5 milioni di persone? Non so, è una domanda vera. Studierò.
La Scozia ha già un sistema legale diverso, un sistema scolastico diverso, un sistema sanitario diverso, una Chiesa diversa, un'organizzazione comunale diverso, ce la facciamo a fare il salto finale?
L'unica cosa che mi auguro è che i miei connazionali hanno ragionato con la testa, ascoltato profondamente il cuore, e non hanno guardato troppe volte Braveheart dopo qualche lattina di Tennant's Special di troppo.
E chi sia Salmond e non Mel Gibson ad aver vinto le elezioni.
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The Scottish Parliament elections see the lost Celt once again scratching her head.
First of all, regarding the shameful chaos which has seen 100,000 ballot papers (around 5% of the total) discounted. The new Government wants an enquiry. I'll bet it does!

A first, historic SNP victory for leader Alex Salmond sees a seminal change in the Scottish political panorama. A change which leaves Scotland scratching its head (that's not a snowstorm over Scandinavia, it's Scottish dandruff from all this headscratching). 47 seats against Labour's 46 mean that Salmond now has to find allies for a coalition. But the problem is that, apart perhaps from the historic nationalist Margo MacDonald, who stood as an Independent (an incredible woman who appears to have been 45 for the past 30 years) no one wants to know. What to do?

Scotland has never had much truck with the political right (apart from providing an outrageous number of its best politicians, mainly from the middle and upper classes) . Its history and its culture place it firmly on the left. If you go and speak to a Trades Union leader in Portsmouth, you'll get an answer with a Scottish accent. There's an industrial left which developed in organised form from the late 1800s on: Scotland is a cradle of European socialism, Gramsci was at home on Scottish platforms along with the likes of John MacLean (admired by Lenin), who translated his works from Italian into English (despite his humble birth as a shipyard worker's son) - (his funeral); there's an intellectual left born of the genteel living rooms of Edinburgh, and of the universities. And there's a cultural left which didn't know it was until politics were invented and someone came along and planted a label saying "left" on it, a cultural fact deriving from over a millennium of Celtic social organisation.

Hierarchical yes, but without the automatic inheritance of a crown - until the Middle Ages the crown was assigned after due debate. An oligarchy, but one where no one got done in for having spoken out. From the Middle Ages on no Scottish king will die in his bed - whoever thinks they can get by without collective consensus pays a heavy price. Scoiety is collective, the clan, the good of the group before the good of the individual, a sort of welfare state. A mentality that will never quite fit into the Capitalist Liberalism of the Industrial Revolution. From the 16th century on the Church takes on a form that bases every decision on debate: presbyterianism permits the argumentative Scot, who for nothing on this earth will give up a chance to have a good-going tasty debate, to have their say even in Church (the Head gets elected once a year). Education has always been more advanced and more available in Scotland than south of the Border, despite more widespread poverty. Free parish schools meant that even in the 1700s Scots were one of the most literate nations in Europe. In 1800, 9 out of 10 doctors in teh UK graduated from Scottish Universities (more socially open and less élitist than their English counterparts).
The real political battle in Scotland has never really been right against left. The right knows it will never win a majority in Scotland and doesn't even really try. The battle is between the left and the nationalists. Up to now, the victory has always been Labour's, winner up till recently of almost every seat in Scotland.

So here's the headscratcher: have the nationalists won or has Labout lost? Will the SNP really manage to guide Scotland to full political independence at exactly 300 years from the Union of the Parliaments? Scotland has an independent heart, but has it also got independent economic resources? Are tourism and North Sea Oil (which will finish sooner or later) enough to sustain the inevitable bureaucratic apparatus needed to govern 5 million people? I don't know, that's the truth, I need to study.

Scotland already has an independent legal system, educational system, health board, Church, administration. Will it manage to make that final leap?

The only thing I hope is that my fellow Scots have thought this out lucidly, that they have listened to head and heart, and that they haven't watched Braveheart once too often over a can too many of Tennant's Special.
I hope it's Salmond and not Mel Gibson who's won the elections.

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Thursday, May 03, 2007

Angry Women

Qualche cifra per spiegare perché qualche signora americana sta dando i numeri:

Da una recente ricerca nord americana risulta che la tipica mamma-a-casa guadagnerebbe la bellezza di $138,095 all'anno se svolgesse le sue attività all'esterno della casa famigliare.

Una crescita del 3% rispetto all'anno scorso ($134,121).

La tipica mamma fa mediamente 11 lavori principali:domestica, cuoca, badante, insegnante, lavandaia, conducente, gestore struttura, bidella, operatrice di computer, amminstratore delegato, psicologo.
Per un totale medio di 92 ore a settimana.

100 (cento) metri: la distanza che separava il 29enne Dave Buschow da una caverna con stagno di acqua potabile quando è morto di sete dopo 10 ore senza bere nel deserto dello Utah. Stava partecipando ad un corso di sopravvivvenza.

Le guide avevano con loro delle taniche di acque, ma non l'hanno offerta a Dave, ritenendo che doveva fare da solo, così sarebbe promosso sul corso.

Mrs Buschow sua madre è, pare, parecchio arrabbiata.
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A few figures to help you figure out why some US women are not happy:

NEW YORK (Reuters) - If the typical stay-at-home mother in the United States were paid for her work...she would earn $138,095 a year, according to
research released on Wednesday.
This reflected a 3 percent raise from last year's $134,121, according to Salary.com Inc, Waltham, Massachusetts-based compensation experts.
The 11 jobs listed as comprising a mother's work were housekeeper, cook, day care center teacher, laundry machine operator, van driver, facilities manager, janitor, computer operator, chief executive officer and psychologist, it said.
The typical mother puts in a 92-hour working week.



100 (one hundred) metres: the distance that separated 29-year-old Dave Buschow from a cave with a pool of drinkable water when he dropped dead from thirst after going without water for 10 hours in the blistering Utah desert. The experience was part of a survival course.


The guides accompanying him were carrying water, but they didn't offer it to him, feeling that he had to get to the cave alone to pass the course.


Mrs Buschow his mother is, apparently, very angry.


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Wednesday, May 02, 2007

Grattacapo

Giornate interessanti dall’osservatorio della Celta sperduta in Padania, e più largamente in Italia. Qui dalla sicurezza della mia torre d’avorio-non-abbiente-diritto-al-voto-politico, guardo con curiosità e leggera perplessità le polemiche per il nuovo partito unico a sinistra (e conseguentemente a destra, ma di quella se ne parla da tempo).

Le cifre (di Ipr Marketing)dicono:
- 59% dell’elettorato vorrebbe vedere la destra e la sinistra aggregati in maniera moderna in due grossi schieramenti
- 31% decisamente no
- 10% dice BOH
Leggermente più voluta la cosa a sinistra (67%) che a destra (62%) ma comunque una maggioranza chiara.

“Stranamente” i partitini tra quelli più riluttanti ad aggregarsi e trovare intese per portare avanti una sinistra o una destra di “larghe intese” (tipo quelle che riescono a governare per l’intero mandato senza cadere al primo singhiozzo voluto da qualche partitino che ha portato a casa quattro bricciole e due deputati, la non-scelta di oltre 95% dei votanti?).

Sono in momenti come questo che mi gratto il capo e mi trovo “diversa”, “straniera”. Vengo da un paese dove due schieramenti forti (che comunque subiscono forti battaglie interne dalle varie correnti) - con la pressione di una comunque non negligente centro che li ricorda di non vagare troppo “in là” e i “buffer zones” di pochi estremisti che li contengono nei confini del realmente praticabile - e mi trovo in difficoltà a capire come mai ancora tante gente (un terzo pare) rifiuta ciò che sembra essere la possibilità di una stabilità politica, lasciandola in pasto alle piccole minoranze che spesso sono espressioni di esaltazione personale e culto della personalità più che utile convinzione politica.

Più guardo l’attuale sistema italiano (da tutte le parti) più mi viene in mente l’immagine del nido colmo di uccellini tutti con il becco aperto e la povera madre straziata che cerca di accontentare tutti e non accontenta nessuno. E più mi sento immersa in una cultura così vicina e così lontana.
È necessario trovare la soluzione politica al problema che quasi tutti i governi della Repubblica sono finiti a faccia in giù nel fango, e fare che diventi soltanto un brutto ricordo.
Mi sa che più si scalda la situazione, più dovrò mettere da parte il binocolo per il telescopio.
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Interesting days here for the Celt lost in Padania (and more generally Italy). From the safety distance afforded by my ivory-I-haven't-got-the-vote-so-don't-blame-me tower I observe with curiosity and a little perplexity the controversial debates surrounding the possible birth of a new single party on the Italian left (and consequently on the right too, but the idea's been going around for a while).
The figures (from IPR Marketing) say:
- 59% of the electorate would like to see the right and the left grouped in two big modern parties
- 31% do not want this at all
- 10% says HUH?
There is a little more enthusiasm on the left (67%) than on the right (62%) but there is however a clear majority in favour on both political sides of the fence.
"Funnily enough" the small parties are somewhat more recalcitrant on this issue and do not favour a single strong left or right party (like the kind that for example manage to govern for their entire mandate and don't fall at the first little hiccup on the part of a small party that won the booby prize, a couple of MPs, and despite NOT being chosen by over 90% of voters, manages to hold the country to ransom).
These are the moments when I stand scratching my head and feel "different", "foreign". I come from a country where there are two strong parties (inside which various currents fight hefty battles) - which are flanked by a respectable centre party reminding them not to stray too far off in any direction, and the tiny extremist parties, which keep them on the straight and "politically practicable" narrow. I find it so hard to understand how so many people (almost one third apparently) still refuse this possibility of political stability realised in a nation, preferring to leave the country at the mercy of small parties which often have more to do with personalities than politics.
The party programme and its potential leaders are another question: the important thing is to find a political solution to the endemic instability and incredibly costly (in every sense) continual biting of the proverbial dust by government after goverment. The point is this: objectively the system doesn't work.
The more I observe the present Italian political system, the more the image comes to mind of a nest full of famished little beaks and the mother bird doing herself in trying to satisfy everyone and satisfying no one. The more I get that feeling of "so near so far".
As the situation heats up I think I'm going to have to trade in the binoculars for a telescope.

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